martedì 23 dicembre 2014
BUONE FESTE
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sabato 20 dicembre 2014
Lights and shadows from Denmark
Riconosciuto per essere stato il primo architetto dell'illuminazione di interni, il designer danese Poul Henningsen dedicò gran parte della sua vita ad esplorare il modo in cui la luce può condurre benessere all'esistenza umana.
Poul Henningsen è nato a Copenaghen figlio della famosa attrice danese Agnes Henningsen. Mai laureato come architetto, ha studiato presso la Scuola Tecnica a Frederiksberg, Danimarca 1911-14, e poi al Technical College di Copenhagen 1914-17.
Ha iniziato a praticare l'architettura funzionalista tradizionale, ma nel corso degli anni i suoi interessi professionali cambiarono e si concentrò principalmente sulla illuminazione che è quello che lo ha reso famoso. Curioso e aperto ad varie esperienze, si occupò anche di scrittura, diventando giornalista e autore. All'inizio della seconda guerra mondiale, è stato l'architetto capo di quel folle progetto che sono i Giardini di Tivoli a Copenhagen. Come molte altre persone creative, fu costretto a fuggire dalla Danimarca durante l'occupazione tedesca, diventando una parte vitale della colonia danese di artisti che vivevano in Svezia.
Il lavoro pionieristico di Poul Henningsen riguarda le relazioni tra strutture leggere, ombre, bagliori, e riproduzione dei colori, rispetto al bisogno dell'uomo per la luce. Credendo che le persone non dovessero essere soggette all’ abbagliamento diretto di una fonte di luce elettrica, si impegnò per creare lampade che riuscissero a produrre un'illuminazione anabbagliante.
Attenzione per la luce, nata in un paese del Nord, dal bisogno dell'uomo per la luce, valorizzazione , mai spreco, tant'è che in Danimarca le città sono poco illuminate, il giusto, , mentre da noi, le città andrebbero spente.
A Copenhagen in quasi 1 casa su 2 è presente la PH5 (5 da 50 che è il diametro del disco maggiore della lampada).
La serie chiamata PH, è una delle sue collezioni più famose e includeva la Lampada da Tavolo 3/2, il PH Artichoke, la PH5 e la lampada da terra PH 3½ - 2½ .
La sua collaborazione permanente con Louis Poulsen Lighting iniziò nel 1925 e durò fino alla sua morte. Fino ad oggi, Louis Poulsen beneficia ancora il suo genio.Gli scatti a seguire sono stati fatti nel mitico show room da sempre in Gammel Strand 28.
(Poul Henningsen - Danimarca- 9 September 1894 – 31 January 1967)
Poul Henningsen è nato a Copenaghen figlio della famosa attrice danese Agnes Henningsen. Mai laureato come architetto, ha studiato presso la Scuola Tecnica a Frederiksberg, Danimarca 1911-14, e poi al Technical College di Copenhagen 1914-17.
Ha iniziato a praticare l'architettura funzionalista tradizionale, ma nel corso degli anni i suoi interessi professionali cambiarono e si concentrò principalmente sulla illuminazione che è quello che lo ha reso famoso. Curioso e aperto ad varie esperienze, si occupò anche di scrittura, diventando giornalista e autore. All'inizio della seconda guerra mondiale, è stato l'architetto capo di quel folle progetto che sono i Giardini di Tivoli a Copenhagen. Come molte altre persone creative, fu costretto a fuggire dalla Danimarca durante l'occupazione tedesca, diventando una parte vitale della colonia danese di artisti che vivevano in Svezia.
Il lavoro pionieristico di Poul Henningsen riguarda le relazioni tra strutture leggere, ombre, bagliori, e riproduzione dei colori, rispetto al bisogno dell'uomo per la luce. Credendo che le persone non dovessero essere soggette all’ abbagliamento diretto di una fonte di luce elettrica, si impegnò per creare lampade che riuscissero a produrre un'illuminazione anabbagliante.
Attenzione per la luce, nata in un paese del Nord, dal bisogno dell'uomo per la luce, valorizzazione , mai spreco, tant'è che in Danimarca le città sono poco illuminate, il giusto, , mentre da noi, le città andrebbero spente.
A Copenhagen in quasi 1 casa su 2 è presente la PH5 (5 da 50 che è il diametro del disco maggiore della lampada).
La serie chiamata PH, è una delle sue collezioni più famose e includeva la Lampada da Tavolo 3/2, il PH Artichoke, la PH5 e la lampada da terra PH 3½ - 2½ .
La sua collaborazione permanente con Louis Poulsen Lighting iniziò nel 1925 e durò fino alla sua morte. Fino ad oggi, Louis Poulsen beneficia ancora il suo genio.Gli scatti a seguire sono stati fatti nel mitico show room da sempre in Gammel Strand 28.
(Poul Henningsen - Danimarca- 9 September 1894 – 31 January 1967)
PH5 spaccato di studio riflessioni luminose |
showroom Poulsen Copenhagen archivio storico |
showroom Poulsen Copenhagen PH5 new edition |
blogNotes: Poul Henningsen 2
" Il tecnico non dovrebbe mai dimenticare che è un'artista,
l'artista che è un tecnico".
Poul Henningsen
(Danimarca 1894-1967)
blogNotes: Poul Henningsen
" future comes by itself,
progress does not ...."
Poul Henningsen
Danimarca
(9 September 1894 – 31 January 1967)
progress does not ...."
Poul Henningsen
Danimarca
(9 September 1894 – 31 January 1967)
mercoledì 10 dicembre 2014
Lights and shadows from the North
Luxo -L1 Jac Jacobsen 1937 |
Jac Jacobsen (1901-1996) è stato un grande designer norvegese.
Dal 1921 Jacobsen ha lavorato nel settore tessile. Nel 1934 ha fondato Luxo ASA, ex Jac. Jacobsen A / S. In origine era una società di marketing per le macchine tessili.
La storia racconta che nel 1936 Jac Jacobsen ricevette due molle bilanciate incluse in una spedizione di macchine da cucire dall'Inghilterra. Anche se l'invenzione tecnica che prevedeva questo braccio snodato e bilanciato a molla era geniale, la costruzione apparecchio nel suo complesso era rozza e primitiva e doveva essere migliorata, prima di essere approvata e presentata al mercato.
Ma ci riuscì, e la produzione della L1 iniziò a Oslo nell'autunno del 1937. Il nome LUXO deriva dal latino con il significato di "Io do la luce".
E quest'uomo del Nord, con la sua lampada a braccio ha davvero illuminato il mondo. Oggi, la lampada è presente nei musei di tutto il mondo, esempio di buon design, design storico, di lampada classica. Il principio costruttivo di L1 si basa sulla lampada Anglepoise , sviluppato da George Carwardine nel 1933.
Classica lampada da scrivania , la versione originale dell'architetto, l' apparecchio Luxo, L-1 è ancora in produzione. Ad oggi oltre 25 milioni di esemplari sono stati venduti in tutto il mondo, senza contare le innumerevoli imitazioni. Jac Jacobsen visse fino a 95 anni ed è stato attivo nella società fino ai suoi ultimi giorni.
Oggi il Gruppo Luxo è costituito da aziende di vendita e 14 unità produttive, situate in 10 paesi, sia in Europa e America del Nord . La sede si trova a Oslo, in Norvegia.
Nel 2007 la Luxit per celebrare i 70 anni di prod. Propone la King Size The Great 1, peso 100kg,, 4 mt altezza.
King Size The Great 1 LUXIT 2007 |
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giovedì 25 settembre 2014
domenica 21 settembre 2014
venerdì 19 settembre 2014
switch on al laser per il Faro della Vittoria
Un raggio laser rievoca l'esperimento avvenuto nel 1930 nel quale l'impulso trasmesso via radio accese il potente impianto di illuminazione esterna del Faro della Vittoria di Trieste.
In occasione dell'apertura del congresso dell' AEIT è un potente raggio laser ad attivare l'accensione di uno dei 4 fari più grandi europei, progettato da Arduino Berlam costruito nel 1927.
In occasione dell'apertura del congresso dell' AEIT è un potente raggio laser ad attivare l'accensione di uno dei 4 fari più grandi europei, progettato da Arduino Berlam costruito nel 1927.
martedì 16 settembre 2014
Il Laser di Sincrotrone riaccenderà il Faro della Vittoria
Il 17 settembre 2014,si rinnoverà quanto avvenuto nel 1930 in occasione della XXXV Riunione dell’Associazione elettrotecnica italiana svoltasi a Trieste .
74 anni dopo l'inaugurazione del sistema di illuminazione del Faro della Vittoria di Trieste,
che come disse l'architetto Arduino Berlam progettista ed esecutore del Faro, ad illuminazione avvenuta, acquisì così «il suo vero significato e l’importanza predominante nel quadro generale della città», si riaccenderà il Faro di Trieste.
Il Faro della Vittoria è l' imponente opera dovuta all'architetto triestino Arduino Berlam (1880 - 1946) ed allo scultore Giovanni Mayer (1836 - 1943) che identifica in sé due importanti funzioni. Oltre ad illuminare il golfo di Trieste, per essere di ausilio alla navigazione, esso è monumento commemorativo, dedicato ai marinai Caduti della I° Guerra Mondiale, come testimonia l'iscrizione "SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE"
Così quest’anno l’apertura del Convegno annuale dell’Associazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica e telecomunicazioni (Aeit) che si terrà presso l’Università di Trieste il 18 e 19 settembre, sarà anticipata da una spettacolare manifestazione. Detta manifestazione consisterà nella riaccensione del complesso e potente impianto di illuminazione esterna della torre del faro e avverrà circa mezz’ora dopo il tramonto.
Sarà telecomandata dal mare, con il supporto del servizio navale della Guardia di Finanza, per il tramite di un sofisticato laser messo a disposizione da Eufoton srl e attrezzato con ottica sviluppata ad hoc dal Laboratorio Laser di Sincrotrone Trieste.
Attendiamo con emozione la sua riaccensione che sarà visibile dal Molo Audace e da Barcola.
74 anni dopo l'inaugurazione del sistema di illuminazione del Faro della Vittoria di Trieste,
che come disse l'architetto Arduino Berlam progettista ed esecutore del Faro, ad illuminazione avvenuta, acquisì così «il suo vero significato e l’importanza predominante nel quadro generale della città», si riaccenderà il Faro di Trieste.
Il Faro della Vittoria è l' imponente opera dovuta all'architetto triestino Arduino Berlam (1880 - 1946) ed allo scultore Giovanni Mayer (1836 - 1943) che identifica in sé due importanti funzioni. Oltre ad illuminare il golfo di Trieste, per essere di ausilio alla navigazione, esso è monumento commemorativo, dedicato ai marinai Caduti della I° Guerra Mondiale, come testimonia l'iscrizione "SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE"
Così quest’anno l’apertura del Convegno annuale dell’Associazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica e telecomunicazioni (Aeit) che si terrà presso l’Università di Trieste il 18 e 19 settembre, sarà anticipata da una spettacolare manifestazione. Detta manifestazione consisterà nella riaccensione del complesso e potente impianto di illuminazione esterna della torre del faro e avverrà circa mezz’ora dopo il tramonto.
Sarà telecomandata dal mare, con il supporto del servizio navale della Guardia di Finanza, per il tramite di un sofisticato laser messo a disposizione da Eufoton srl e attrezzato con ottica sviluppata ad hoc dal Laboratorio Laser di Sincrotrone Trieste.
Attendiamo con emozione la sua riaccensione che sarà visibile dal Molo Audace e da Barcola.
sabato 13 settembre 2014
The beginning of Paul Cocksedge part 2
The beginning of Paul Cocksedge...
'bulb'
the simple action of placing a flower into the vase allows electricity to flow through the water and up the stem, switching on a small light source in the base of the vase.
Salone del Mobile Milano 2003 - Ingo Maurer- Spazio Krizia
'bulb'
the simple action of placing a flower into the vase allows electricity to flow through the water and up the stem, switching on a small light source in the base of the vase.
Salone del Mobile Milano 2003 - Ingo Maurer- Spazio Krizia
venerdì 12 settembre 2014
Paul Cocksedge guest to Ingo Maurer 2003
I met the young Paul Cocksedge at the Milan furniture fair 2003, when he demonstrated the operation of the switching of his lamp, with his little magic... guest from Spazio Krizia to Ingo Maurer.
'watt'
the switch is based on the natural conductive properties of the graphite found in pencils.
connecting two points with a pencil line completes the circuit and the light is switched on.
when the line is rubbed out the light is switched off.
The beginning of an interesting History.
Paul Cocksedge Studio was founded in 2004 by Paul Cocksedge and Joana Pinho. With a strong and dedicated team of collaborators, the Studio has won national and international acclaim for its original and innovative design, underpinned by research into the limits of technology, materials and manufacturing processes.
'watt'
the switch is based on the natural conductive properties of the graphite found in pencils.
connecting two points with a pencil line completes the circuit and the light is switched on.
when the line is rubbed out the light is switched off.
The beginning of an interesting History.
Paul Cocksedge Studio was founded in 2004 by Paul Cocksedge and Joana Pinho. With a strong and dedicated team of collaborators, the Studio has won national and international acclaim for its original and innovative design, underpinned by research into the limits of technology, materials and manufacturing processes.
lunedì 8 settembre 2014
To Elmar Thome by Sic97
Sic97 has been launched as a platform for recovering the design talent of the sculptor Elmar Thome (Bayern, 1964 - Barcelona, 2005).
Named for the Latin phrase, meaning ‘and thus it was written’ and the collection created by Thome in 1997, Sic97 celebrates the work of German sculptor and designer Elmar Thome whose early death meant the loss of a great talent, that had yet to reach it’s full audience or potential.
Now with the launch of his original bathroom accessory designs ET and the Toma Lamp, his clever, conceptual designs return again to the spotlight. Thome's sculptures evoked both brutality and fragility at the same time, using natural and industrial materials as well. They have a timeless quality, that Sic97 has adapted to current manufacturing processes while respecting the original design. This is an exciting re-launch of an exceptional designer.
Sic97 starts its activity in Barcelona with this collection, but moved by the passion of returning other similar lost designs to the marketplace it is already working on other authors designs that will be presented soon.
domenica 3 agosto 2014
Andrea Brunello: Libero nel Paese della Resistenza
Lo avevamo già incontrato a Trieste lo scorso maggio in occasione della Mini Makers Faire organizzata all' ICTP Centro Internazionale di Fisica Teorica, si perchè Andrea Brunello, laurea in fisica e matematica presso la Cornell University (New York, 1992) e Ph.D. in Fisica Teorica presso la State University of New York at Stony Brook (USA, 1997), nel 2001 ferma l'attività di ricercatore per dedicarsi a tempo pieno al teatro, attività che ha portato sempre avanti in parallelo.
In occasione del centenario della Grande Guerra, la giuria del 13° Festival Teatrale di Resistenza - Premio Museo Cervi Teatro per la Memoria, rassegna di teatro civile contemporaneo, ha assegnato una menzione speciale ad Andrea Brunello, autore e interprete dello spettacolo “Libero nel Paese della Resistenza”, con la seguente motivazione:"Andrea Brunello si dimostra ancora una volta una delle realtà più convincenti del teatro di narrazione. La scrittura, sempre affascinante, ricca di invenzioni, misurata, intelligente, capace di spaziare tra fantasia ed attenta analisi di memoria storico/civile, si affianca ad una grande sensibilità ed emozionante capacità attoriale di sostenere il racconto con l’alternarsi di registri diversi di recitazione.Ciò, a giudizio della giuria, dà la misura di una presenza ormai imprescindibile nel panorama teatrale italiano."
In occasione del centenario della Grande Guerra, la giuria del 13° Festival Teatrale di Resistenza - Premio Museo Cervi Teatro per la Memoria, rassegna di teatro civile contemporaneo, ha assegnato una menzione speciale ad Andrea Brunello, autore e interprete dello spettacolo “Libero nel Paese della Resistenza”, con la seguente motivazione:"Andrea Brunello si dimostra ancora una volta una delle realtà più convincenti del teatro di narrazione. La scrittura, sempre affascinante, ricca di invenzioni, misurata, intelligente, capace di spaziare tra fantasia ed attenta analisi di memoria storico/civile, si affianca ad una grande sensibilità ed emozionante capacità attoriale di sostenere il racconto con l’alternarsi di registri diversi di recitazione.Ciò, a giudizio della giuria, dà la misura di una presenza ormai imprescindibile nel panorama teatrale italiano."
Dalla recensione di Valeria Ottolenghi sulla Gazzetta di Parma dopo la replica al Museo Cervi:"Bravissimo Andrea Brunello! Tra i più grandi narratori teatrali, attore di stupefacente rigore, capace di creare un meraviglioso ritmo narrativo che suscita immediato incanto all'ascolto, i gesti asciutti, puliti, e pure capaci di trasmettere calore, misurati i giochi di sguardo, le pause, i cambi di ruolo, di notevole efficacia i veloci passaggi dialogici con il pubblico, di suprema cura i mutamenti di tono, sapendo anche far sorridere con leggerezza pur conservando alta la drammaticità del racconto di tante vite di sofferenza dentro la Storia. E' solo sul palcoscenico Andrea Brunello - che ha scritto anche il testo, una perfetta drammaturgia di scena, scandita, limpida, priva di retorica - per «Libero nel Paese della Resistenza», regia di Christian Di Domenico […] Belli i disegni proiettati sullo sfondo, ogni aspetto frutto di alto pensiero e raffinata accuratezza. Grande teatro!"
Lo spettacolo è prodotto dalla Cgil del Trentino, in collaborazione con Flc Cgil del Trentino, Spi Cgil del Trentino, Arci del Trentino, Anpi e con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, in occasione del 70esimo anniversario della costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale.
Scheda spettacolo:
Libero nel Paese della Resistenza di e con Andrea Brunello – regia Christian Di Domenico.
Un viaggio nel favoloso mondo di Libero durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Libero, che vive con la sua famiglia nel quartiere della Portèla a Trento, è una persona speciale... non guarda mai negli occhi le persone... emette strani suoni invece di parole... non gli piace essere toccato. La gente pensa che lui sia matto. Ma i suoi amici gli vogliono un gran bene. E lui disegna. Disegna sempre..
Libero nel Paese della Resistenza di e con Andrea Brunello – regia Christian Di Domenico.
Un viaggio nel favoloso mondo di Libero durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Libero, che vive con la sua famiglia nel quartiere della Portèla a Trento, è una persona speciale... non guarda mai negli occhi le persone... emette strani suoni invece di parole... non gli piace essere toccato. La gente pensa che lui sia matto. Ma i suoi amici gli vogliono un gran bene. E lui disegna. Disegna sempre..
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martedì 22 luglio 2014
TED:Technology, Entertainment and Design
Designer Philippe Starck handpicked this list of talks about science and design — ideas that spur imagination and inspire creativity.
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TED: TED è una piattaforma di idee che vale la pena diffondere. Iniziato nel 1984 come una conferenza in cui tecnologia, intrattenimento e design convergevano, TED oggi condivide le idee da un ampio spettro - dalla scienza alla business per questioni globali - in più di 100 lingue. Nel frattempo, gli eventi TEDx indipendenti aiutano condividere idee nella comunità di tutto il mondo.
Della 'guest star' Philippe Starck una play list di TED che parla di scienza, come fonte di ispirazione creativa.
11 talks veramente emozionanti da seguire.
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TED: TED è una piattaforma di idee che vale la pena diffondere. Iniziato nel 1984 come una conferenza in cui tecnologia, intrattenimento e design convergevano, TED oggi condivide le idee da un ampio spettro - dalla scienza alla business per questioni globali - in più di 100 lingue. Nel frattempo, gli eventi TEDx indipendenti aiutano condividere idee nella comunità di tutto il mondo.
Della 'guest star' Philippe Starck una play list di TED che parla di scienza, come fonte di ispirazione creativa.
11 talks veramente emozionanti da seguire.
mercoledì 28 maggio 2014
" One life is too short " Massimo Vignelli
Questi poster sono un omaggio a Vignelli di Anthony Neil Dart, attraverso cinque celebri frasi del maestro e l’uso dell’Helvetica, font di cui Vignelli, insieme a Gary Hustwit, ha curato un prezioso documentario, carattere identificativo della sua opera.
Massimo Vignelli is dead
Martedì 27 maggio all'età di 83 anni, l'architetto milanese Massimo Vignelli è morto a New York, città nella quale si era trasferito verso la metà degli anni sessanta.
La sua produzione lo ha visto impegnato in progetti di graphic design, interior, disegno di prodotto, fino a spingersi nel design della moda e dei gioielli.
Il suo motto era "design is one", e le sue opere erano così: potenti e leggere, chiare ed incisive.
Nel 1964 aveva fondato la Unimark international con Bob Noorda (compasso d'oro con Franco Albini nel 1964 per il progetto grafico della metropolitana milanese), James Fogelman, Wally Gutches e Larry Klein, lasciata poi nel 1971 per costituire, con la moglie Lella (all'anagrafe Elena Valle, sorella dell'architetto udinese Gino Valle, loro padre l'architetto Provino Valle), la Vignelli associates, oggi Vignelli design con sede a New York.
Il suo motto era "design is one", e le sue opere erano così: potenti e leggere, chiare ed incisive.
Tra i suoi lavori più importanti la realizzazione della segnaletica della Metropolitana di New York: «Questa è davvero la mappa più chiara che abbia mai visto per una metropolitana. A ogni linea corrisponde un colore e a ogni fermata un punto. Non c’è niente di più chiaro» Massimo Vignelli descriveva così la celebre e controversa mappa del metrò di New York, realizzata, insieme a Bob Noorda, con i caratteristici “spaghetti” colorati e rimasta in uso per sette anni dal 1972 al 1979.ed entrata nella collezione permanente del MoMa.
Nel 1988 cura l'immagine del Tg2 della Rai, un'altra rivoluzione: e nasce il primo telegiornale senza mezzi busti.
Una figura importante che vale un approfondimento.
mercoledì 21 maggio 2014
la miss più amata dagli architetti ,,,
Ci sono tutti: Shigeru, Tadao, Odile, Renzo, Santiago, Massimiliano, Norman, Frank, Rem, Kazuyo, Zaha… Eppure non è l’ultima collana su “I grandi architetti” che “non può mancare nella tua biblioteca.
Se studi (o hai studiato) architettura e affini, gli uomini e le donne protagonisti di LESS OR MORE, non li conosci semplicemente in quanto personalità di rilievo del settore. A forza di acquistare monografie, studiarne i dettagli costruttivi o visitare le loro mostre (e Biennali) è quasi naturale arrivare a considerarli compagni di vita, al pari dell’amica/o con cui dividi (o hai diviso) giorni e notti tra disegni, render e plastici. E forse è stata questa l’intuizione dell’ideatore o degli ideatori di quella che, probabilmente, è una delle pagine facebook più condivisa delle ultime 24 ore: farli parlare come parliamo noi, di quello di cui parliamo noi.
da Cosebelle Mag (http://www.cosebellemagazine.it/)
martedì 20 maggio 2014
CORTOMOBILE arriva a Trieste
Cortomobile, il cinema più piccolo del mondo, allestito all'interno di una Alfa Romeo 2000 verde del 1974, è l'invenzione nata in Toscana nel 2006 da F. Azzini.
L'idea del cinema dentro una macchina o cinema mobile nasce da alcune riflessioni maturate negli anni sulla distribuzione/promozione del cinema breve, il cortometraggio.
Spiega l'autore:
Alla ricerca di strade distributive alternative, che escludano a priori l'eventualità di pagare un "servizio", delegando così l'incarico ad altri (pratica molto diffusa anche sul web), siamo giunti alla conclusione che le idee migliori, anche se rischiose, sono sempre quelle non ancora esplorate.
A Trieste, in occasione del Mini Makers Faire del 17 maggio, tenutosi in occasione della celebrazione dei 50 anni dalla nascita dell'ICTP di Trieste, abbiamo potuto vederla da vicino.
Il sapore delle vecchie sale cinematografiche avvolte in un'aura di mistero (quello che ti aspetta prima di entrare e scoprire la sala a 2 posti comodamente allestita su sedili posteriori della vettura), la cura di chi ti accompagna nell'esperienza cinematografica (magari scegliendo il corto da proporti in visione, che è sempre quello perfetto!), la complicità che condividi con chi ti è seduto accanto, la sensazione che in qualche modo anche tu sia un protagonista di questa storia, come le persone che attendono curiose il loro turno, fuori, in piedi, in fila ...
Tutta la magia del cinema, concentrata in una capsula.
Bravi e basta! E se il loro obiettivo è quello di diffondere una cultura diversa, riuscito!
E mentre i cinema chiudono, la Hulot ne apre uno, mignon.
E i corti? sono quelli distribuiti appunto dalla Hulot.
Hulot è un'associazione culturale fiorentina nata nel maggio 2004, ma attiva sul territorio già dal 2002. Il progetto è partito dalla distribuzione di riviste di cinema di qualità spesso ignorate dal grande pubblico; si è poi esteso alla distribuzione di libri fotografici, mediometraggi, cortometraggi e documentari indipendenti e alla promozione di eventi culturali cinematografici.
Francesco Azzini, Direttore Artistico
Serena Zanzu, Content Developer
L'idea del cinema dentro una macchina o cinema mobile nasce da alcune riflessioni maturate negli anni sulla distribuzione/promozione del cinema breve, il cortometraggio.
Spiega l'autore:
Alla ricerca di strade distributive alternative, che escludano a priori l'eventualità di pagare un "servizio", delegando così l'incarico ad altri (pratica molto diffusa anche sul web), siamo giunti alla conclusione che le idee migliori, anche se rischiose, sono sempre quelle non ancora esplorate.
A Trieste, in occasione del Mini Makers Faire del 17 maggio, tenutosi in occasione della celebrazione dei 50 anni dalla nascita dell'ICTP di Trieste, abbiamo potuto vederla da vicino.
Il sapore delle vecchie sale cinematografiche avvolte in un'aura di mistero (quello che ti aspetta prima di entrare e scoprire la sala a 2 posti comodamente allestita su sedili posteriori della vettura), la cura di chi ti accompagna nell'esperienza cinematografica (magari scegliendo il corto da proporti in visione, che è sempre quello perfetto!), la complicità che condividi con chi ti è seduto accanto, la sensazione che in qualche modo anche tu sia un protagonista di questa storia, come le persone che attendono curiose il loro turno, fuori, in piedi, in fila ...
Tutta la magia del cinema, concentrata in una capsula.
Bravi e basta! E se il loro obiettivo è quello di diffondere una cultura diversa, riuscito!
E mentre i cinema chiudono, la Hulot ne apre uno, mignon.
E i corti? sono quelli distribuiti appunto dalla Hulot.
Hulot è un'associazione culturale fiorentina nata nel maggio 2004, ma attiva sul territorio già dal 2002. Il progetto è partito dalla distribuzione di riviste di cinema di qualità spesso ignorate dal grande pubblico; si è poi esteso alla distribuzione di libri fotografici, mediometraggi, cortometraggi e documentari indipendenti e alla promozione di eventi culturali cinematografici.
Francesco Azzini, Direttore Artistico
Serena Zanzu, Content Developer
domenica 18 maggio 2014
"The principle of uncertainty" di A. Brunello
A chiusura della Trieste Mini Maker Faire, evento promosso nel suo 50° anniversario dall' ICTP - Centro Internazionale di Fisica Teorica- di Trieste, svoltosi il 17 maggio 2014 presso il campus scientifico, si è tenuto lo spettacolo teatrale " Il principio dell'incertezza" unplugged di Andrea Brunello.
Andrea Brunello, laurea in fisica e matematica presso la Cornell University (New York, 1992) e Ph.D. in Fisica Teorica presso la State University of New York at Stony Brook (USA, 1997). Nel 2001 ferma l'attività di ricercatore per dedicarsi a tempo pieno al teatro, attività che ha portato sempre avanti in parallelo.
Andrea Brunello in "Il principio dell'incertezza" |
La meccanica quantistica a teatro. Ispirato a Richard Feynman.
Un professore. Una lezione di fisica quantistica.Un uomo che ama l'universo.
Il metodo scientifico che si scontra con la pseudoscienza.
Un segreto.
Una confessione.
Un epilogo sorprendente.
Perché esistono soluzioni a tutto. Non è vero?
Una 'lezione' tenutasi nell' aula magna dell' ICTP, sull' importanza di interrogarsi, di capire, di approfondire, di mantenere viva la curiosità propria dei bambini;
perchè : " non è necessario capire ogni cosa per capire tutto".
"The principle of uncertainty" nasce all'interno del progetto JET PROPULSION THEATRE (JPT) - Laboratorio Permanente della formazione e della divulgazione scientifica, ovvero un contenitore di idee e progetti ideato e coordinato dall'attore e drammaturgo Andrea Brunello in coordinamento con la Compagnia Arditodesìo, il Teatro Portland di Trento e il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche dell'Università degli Studi di Trento. Partendo da una idea scientifica si sviluppa un'idea drammaturgica, un testo e una partitura/azione teatrale. JPT intende così sviscerare l'idea scientifica e quindi capirne le sue conseguenze.
Una grande opportunità per il pubblico triestino, non troppo bene pubblicizzata.
ICTP Trieste |
Mini Maker Faire all' ICTP Trieste
Quest'anno il Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (ICTP) celebrerà i suoi primi 50 anni. Per dare maggior risalto a questa importante pietra miliare, la Science Dissemination Unit dell’ICTP ha organizzato in collaborazione con Maker Media Inc. e l’Immaginario Scientifico Science Centre la prima Mini Maker Faire di Trieste, Sabato 17 Maggio 2014 nel campus ICTP di Miramare. Sarà un raduno di “makers” (cioè inventori e altri creativi ed entusiasti della cultura del “fare") che esporranno al pubblico le loro creazioni e condivideranno con tutti le loro idee e invenzioni.
Maker Faire è un movimento globale che vuole ispirare, educare e intrattenere le persone curiose e creative di ogni età. La Mini Maker Faire di Trieste radunerà e farà scoprire makers, inventori, artigiani, scienziati e artisti provenienti da Triveneto, Slovenia, Croazia, Austria e oltre. Nel mostrare i progetti da loro realizzati, gli espositori condivideranno con il pubblico la loro passione per il "fare” e coinvolgeranno tutti i visitatori in questo slancio creativo;
è un evento organizzato indipendentemente dietro licenza diretta di Maker Media, Inc.
APPROFONDIMENTI SU:
"Maker Faire": Maker Faire è il più grande spettacolo di “Mostra e Dimostra” —un evento aperto alle famiglie che propone novità, creatività e inventiva, oltre che una celebrazione del movimento dei makers. Un’occasione dove gli inventori mostrano le loro opere e condividono ciò che hanno imparato. I makers sono persone che spaziano dagli entusiasti della tecnologia ai costruttori artigianali, dagli hobbisti agli scienziati a chi inventa qualcosa in cantina,
persone di tutte le età e formazione. Lo scopo di una Maker Faire è intrattenere, informare, connettere le persone e far crescere la comunità. La prima Maker Faire si è svolta a San Mateo in California e nel 2013 ha celebrato la sua ottava edizione annuale con oltre 900 makers e 120 mila visitatori. La World Maker Faire di New York, l’altro evento principale, è cresciuta in quattro anni a più di 600 makers e 75 mila visitatori. Detroit, Kansas City, Roma, Oslo, Tokyo, Newcastle e Shenzhen ospiteranno nel 2014 delle fiere a tema (più di 200 makers), e un centinaio di Mini Maker Faire organizzate localmente dalle comunità di makers si svolgeranno nel 2014 negli Stati Uniti e nel mondo —compresa questa di Trieste.
"ICTP": Fondato nel 1964 dal premio Nobel Abdus Salam, l’ICTP è la prima istituzione internazionale dedicata alla ricerca e sviluppo di base con uno speciale interesse per i paesi in via di sviluppo. L’ICTP offre opportunità di ricerca e formazione scientifiche che non sono disponibili nei paesi in via di sviluppo, fornendo un ricco ambiente internazionale che favorisce il più alto livello di ricerca scientifica scavalcando i confini politici e geografici.
“IMMAGINARIO SCIENTIFICO": l’Immaginario Scientifico nato nel 1986 è un museo della scienza di nuova generazione, interattivo e multimediale, in cui la scienza e la natura non si osservano a distanza ma si toccano, si sperimentano, si scoprono con le proprie mani. Le sedi museali dell’immaginario scientifico sono 5, diffuse sul territorio del Friuli Venezia Giulia: a Trieste, a Pordenone, due sedi a Malnisio (PN), e a Tavagnacco (UD).
ICTP Trieste |
venerdì 25 aprile 2014
La Risiera di San Sabba celebra il 25 aprile
69 anni dal giorno della liberazione dal nazifascismo.
25 aprile: omaggio ad un momento storico, testimoniato dai valori trasmessi da coloro che vissero la Resistenza, principi fondanti della nostra Repubblica.
A Trieste, la celebrazione si è svolta come sempre, nella Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio nazista in Italia.
Il civico museo della Risiera di San Sabba fu costruito nel 1898 per la pilatura del riso, e dall'ottobre del 1943 utilizzato dagli occupanti nazisti come campo di detenzione ed eliminazione, di ostaggi, partigiani e detenuti politici italiani, sloveni e croati, ed ebrei.
Nel 1944 entrò in funzione anche un forno crematorio.
Nel 1944 entrò in funzione anche un forno crematorio.
Dichiarato monumento nazionale con Decreto del Presidente della Repubblica il 15 aprile del 1965, fu ristrutturato dall'architetto Romano Boico, vincitore del concorso indetto per il restauro dal Comune di Trieste.
Il progetto poi realizzato fu inaugurato nel 1975.
Significative le parole scelte dall'architetto per motivare le sue scelte progettuali, che così descrive la sua opera : " La Risiera semi distrutta dai nazisti in fuga era squallida come l'intorno periferico. Pensai allora che questo squallore totale potesse assurgere a simbolo e monumentalizzarsi. Mi sono proposto di togliere e restituire, più che di aggiungere. Eliminati gli edifici in rovina ho perimetrato il contesto con mura cementizie alte undici metri, articolate in modo da configurare un ingresso inquietante nello stesso luogo dell'ingresso esistente. Il cortile cintato si identifica nell'intenzione, quale una basilica laica a cielo libero. L'edificio dei prigionieri è completamente svuotato e le strutture lignee portanti scarnite di quel tanto che è parso necessario. Inalterate le diciassette celle e quelle della morte. Nell'edificio centrale, al livello del cortile, il Museo della Resistenza. stringato ma vivo. Sopra il Museo, i vani per l'Associazione deportati. Nel cortile un terribile percorso in acciaio, leggermente incassato: l'impronta del forno del canale del fumo e della base del camino".
Un capolavoro.
Significative le parole scelte dall'architetto per motivare le sue scelte progettuali, che così descrive la sua opera : " La Risiera semi distrutta dai nazisti in fuga era squallida come l'intorno periferico. Pensai allora che questo squallore totale potesse assurgere a simbolo e monumentalizzarsi. Mi sono proposto di togliere e restituire, più che di aggiungere. Eliminati gli edifici in rovina ho perimetrato il contesto con mura cementizie alte undici metri, articolate in modo da configurare un ingresso inquietante nello stesso luogo dell'ingresso esistente. Il cortile cintato si identifica nell'intenzione, quale una basilica laica a cielo libero. L'edificio dei prigionieri è completamente svuotato e le strutture lignee portanti scarnite di quel tanto che è parso necessario. Inalterate le diciassette celle e quelle della morte. Nell'edificio centrale, al livello del cortile, il Museo della Resistenza. stringato ma vivo. Sopra il Museo, i vani per l'Associazione deportati. Nel cortile un terribile percorso in acciaio, leggermente incassato: l'impronta del forno del canale del fumo e della base del camino".
tratto da "Architetture Resistenti" ed. Beccogiallo |
Un capolavoro.
domenica 20 aprile 2014
Sadabike: la bici pieghevole senza raggi made in Italy
Nata dagli studi e dalle ricerche di Gianluca Sada, ingenere italiano di Battipaglia, laureato in Ingegneria dell'Autoveicolo di Torino, con una tesi su una bicicletta futurista, portata all'essenziale: senza raggi, telaio pulito e pieghevole con un solo movimento, minimo ingombro di chiusura, e packaging contenitore come uno zaino portatile, queste le innovazioni del progetto.
Elegantly simple, simply innovative. Ecco lo slogan di Sadabike.
Biciclette pieghevoli con telai e ruote di ridotte dimensioni facilmente trasportabili già ne esistono, ma l'idea del progettista era quella di non penalizzare la stabilità del mezzo: quindi telaio standard e cerchi da 26'', una vera sfida.
La bicicletta, pensata soprattutto per coloro che devono alternare tragitti su strada all'utilizzo di mezzi pubblici urbani, ha fruttato all'ingegnere campano, ilprimo premio nel 2010 nell'ambito dell'iniziativa Idea-TO, per la migliore tesi di laurea a carattere innovativo.
Ma ben oltre al riconoscimento accademico (109/110), un progetto che tende a continuare un dibattito sulla nuova mobilità, in uno stile di vita sostenibile ed ecocompatibile.
Ma ben oltre al riconoscimento accademico (109/110), un progetto che tende a continuare un dibattito sulla nuova mobilità, in uno stile di vita sostenibile ed ecocompatibile.
sabato 1 febbraio 2014
sit and more: Ilmari Tapiovaara
Un architetto che ha attraversato il XX° secolo, finlandese conosciuto internazionalmente, collaboratore per sei mesi a Parigi dello studio di Le Corbusier, ecco come ha saputo rendere migliori oggetti di uso quotidiano.
Le sue sedie, il suo album di famiglia.
Ilmari Tapiovaara: un finlandese alla corte di Le Corbusier
Ilmari Tapiovaara (1914-1999).Celebre architetto d’interni e designer finlandese. Ilmari Tapiovaara si laureò nel 1937 come architetto d’interni presso il Dipartimento di Design del Mobile della Scuola Centrale di Arti e Mestieri. Dopo la laurea, visitò la Fiera Mondiale di Parigi e durante il suo soggiorno gli fu offerto un lavoro come assistente presso l’ufficio di Le Corbusier, dove lavorò per sei mesi.
Ben presto dopo essere tornato in Finlandia, Ilmari Tapiovaara fu assunto dall’azienda Asko, la fabbrica di mobili più grande della Finlandia, dove lavorò come designer e direttore artistico per alcuni anni. Di tutti i materiali, il più caro a Tapiovaara fu il legno. Il designer ammirava i lavori di Alvar Aalto e intendeva portare avanti le idee di Aalto nel suo lavoro di design. Questo fu evidente nel suo modo di utilizzare il legno, secondo i principi del funzionalismo e in termini di produzione industriale. Nei suoi design, Tapiovaara cercò sempre di creare ambienti a misura d’uomo, ben illuminati e confortevoli. I mobili creati da Tapiovaara facevano sempre parte di un insieme, con l’architettura come punto di partenza.
Appena ventenne era già noto sulla scena internazionale, pensava che il compito del progettista è quello di creare ambienti umani, intrisi di spiritualità; e la volontà era quella di progettare mobili poco costosi per ampie diffusioni.
Insieme a decine di sedie e altri mobili, la maggior parte dei quali per luoghi pubblici, Tapiovaara creò a partire dagli anni ’40 gli interni di numerose banche, uffici, hotel e negozi. I suoi design più famosi includono la sedia Domus, la linea di mobili Pirkka, il tavolo TT40, lo sgabello Tale, il tavolo Trienna, e sia la sedia che la sedia a dondolo Mademoiselle. Tapiovaara fu anche insegnante presso il Dipartimento di Design d’Interni dell’Istituto di Arti Applicate e presso l’Università della Tecnologia di Helsinki. Egli cercò di riformare l’insegnamento avvalendosi di esempi internazionali, indirizzandosi verso un design industriale dei prodotti.Ilmari Tapiovaara fu premiato con un totale di sei Medaglie d’Oro alla Triennale di Milano nelle edizioni del 1951, 1954, 1957, 1960 e 1964. Ricevette anche il Premio Good Design Award a Chicago nel 1951, la medaglia Pro Finlandia nel 1959, il Premio di Design dello Stato Finlandese nel 1971 e il Premio Furniture Prize della SIO Interior Architects’ Association of Finland nel 1990.
Ilmari e Wilhelmiina 1959 |
Sua Wilhelmiina, la rara poltroncina il legno curvato del 1959 impilabile.
Wilhelmiina Tapiovaara coll. Dorligo |
Wilhelmiina Tapiovaara coll. Dorligo |
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