La redazione di AutreVIEW mi ha festeggiata oggi con l'uscita del primo articolo, scritto per la loro rubrica di arte e design. Ancora grazie a tutto il creativo ed affiatato gruppo...
"Compasso D'Oro a Ignoti"
Su Ottagono
n° 27 del 1972 e Abitare n° 545 del 1975
Bruno Munari, pubblica una ricerca di oggetti ben progettati e ben
venduti anche se non firmati, sono i: Compassi d’Oro a Ignoti.
L’ intelligenza
e lo spirito giocoso del maestro, si fondono in questo ‘premio inventato’, per dare
dignità ad oggetti di cui non si sa nemmeno il nome del designer.
Ho pensato
di iniziare a parlare di design partendo da loro. Archetipi del buon design,
quello progettato per resistere nel tempo, lontano dalla crisi dello styling
che crea o segue le mode durando solo il tempo di una stagione o ancor meno.
Quel design che dovrebbe tendere all’essenzialità togliendo sovrastrutture e
fondendo le funzioni. Quel design che può essere per sempre, innovativo,
semplificato, comprensibile e magari utile, certamente estetico e definito in
ogni dettaglio, possibilmente per una buona ragione.
Le mode, le
tendenze servono ma è il buon design a resistere, tant’è che alcuni di questi
oggetti oggi possono risultare fuori moda, ma per le loro qualità progettuali
resistono tutt’ora sul mercato.
Lo scopo di
questa raccolta , come diceva Munari, era quello di ridare alla gente il senso
dei giusti valori dei prodotti, che magari non consideriamo o diamo per
scontati a causa del loro uso ripetuto e continuativo. Vico Magistretti amava
dire: “guardate le cose banali con occhi insoliti”.
Allora ecco
le descrizioni di alcuni pezzi della collezione tratti dalle due pubblicazioni:
La sedia a
sdraio da spiaggia: costruita il legno e tela, per stare seduti o sdraiati in
varie posizioni, montabile e smontabile senza viti o incastri, la tela è
sfilabile per il lavaggio, spessore da chiusa 4 centimetri ;
La Mezzaluna:
è un coltello curvo con due manici, senza motore, silenzioso e pratico da usare
e pulire, funzionale senza meccanismi;
La borsa
della spesa: oggetto praticissimo e di grandissima diffusione e basso costo. I
manici sono ritagliati con un solo colpo di trancia, sono situati dove il
foglio di plastica è quadruplo, per assicurare grande tenuta allo sforzo senza
rompersi;
Il Leggio
da orchestrale: costruito in metallo completamente snodato, riducibile al
minimo ingombro e perfettamente stabile perché si sa tre piedi poggiano sempre
a terra , quattro possono traballare.
Il lucchetto
per serrande (che doveva piacergli particolarmente) e la clip metallica, la puntina
da disegno …
La lampada
da cantiere: in gomma e metallo, può stare in diverse posizioni ed appendibile
tramite gancio, la gabbia metallica è dotata di una schermatura per proteggere
dall’abbagliamento;
e voi ne
conoscerete e ne potrete aggiungere degli altri.
Come nei giochi visivi di Bruno Munari, cercare
di cogliere il valore ed il significato di forme e colori, è un processo che
significa oggi ancora di più, data l'enorme quantità di sollecitazioni visive a
cui siamo sottoposti, usare la percezione visiva come componente determinante
del pensiero, della logica e del giudizio critico.
Per parlare di design ho voluto iniziare da lui
perché mi ricorda la mia infanzia e i giochi con cui sono cresciuta, perché
sono costantemente stimolata e alla ricerca di leggere le linee e i principi
che compongono gli oggetti e non solo, perché i suoi anni erano quelli
dell’inizio della storia del design italiano ed io l’ho vissuta con la mia
famiglia che di questo si è occupata dalla fine degli anni 50; perché credo che
per guardare avanti bisogna conoscere quello che già è stato fatto; perché
quando mi stavo laureando in architettura Munari venne nella mia città, a Trieste
ed io lo incontrai, parlai con lui ed è un ricordo prezioso che ancora
conservo, perché il mio maestro dell’Università Gaddo Morpurgo nel 1992 lo
invitò a tenere delle lezioni ora patrimonio di tutti . Perché lo spirito che
trasmette è la gioia, la curiosità, la ricchezza che mi piace cercare nel
progetto.
Compasso D’Oro ADI
Il Compassod’Oro ADI è il più antico e importante premio mondiale di design. Fu istituito
nel 1954 su idea di Giò Ponti e organizzato per anni dai grandi magazzini La
Rinascente, per mettere in risalto il valore e la qualità dei prodotti del
design italiano, allora i suoi albori.
Dal 1964
passò all’ADI che cura la sua organizzazione nei principi di imparzialità e
integrità.
Sono quasi
300 i progetti premiati in più di cinquant’anni, con circa 2000 selezionati con
la Menzione d’Onore. Sono raccolti e custoditi nella Collezione Storica del
Premio Compasso D’Oro ADI, affidata alla Fondazione costituita nel 2001.
Gio’ Ponti: architetto nato a Milano nel 1891,
fonda nel 1928 la rivista Domus. Dal ’36 al ’61 insegna al Politecnico di
Milano. Nel 1941 lascia la direzione di Domus e fonda Stile che dirigerà dal
’47. Nel 1948 ritorna a Domus che dirigerà sino alla fine della sua vita,
avvenuta a Milano nel 1979. Eccellenza italiana senza confini:
dall’architettura simbolo di Milano (il grattacielo Pirelli) alle scene e
costumi per La Scala, agli interni navali, alle ceramiche ed i suoi tessuti,
precursore eclettico inventore e comunicatore dell’industrial design.
Bruno Munari: uno dei più grandi artisti e
designer del XX secolo. Milanese (1907-1999) per la complessità delle sue opere
sfugge ad ogni definizione, anche se ritenuto un grande protagonista dell’arte
programmata e cinetica. Designer premiato con ben tre Compassi D’Oro, progetta
oggetti e arredi soprattutto per Danese (ricordiamo Abitacolo e la Lampada
Falkland), allestimenti, e grafica e tanta attività editoriale. Attratto dal
mondo infantile, finirà per mettere a punto un metodo didattico usato a tutte
le latitudini, che sintetizziamo con: dire come fare e non cosa fare, teso a
sviluppare la creatività artistica dei bambini. Un grande, curioso, positivo
comunicatore.
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