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domenica 1 settembre 2013

un mondo a colori


Nel salone di casa, il bianco e nero è vivido, sono seduta sulla poltroncina in vetroresina mod. 2015, disegnata da W.Pabst per Wilkhahn, azzurro carico su base bianca, prodotta dal 1961 al ’68, la libreria in teak era montata sulla parete dipinta di color turchese che rimandava alle due poltrone rivestite in blu puntinato con l’iconico tessuto Kvadrat Hallingdal 65 ancora in produzione, e il divano moderno, aggettivo più che mai appropriato, della stessa serie era marrone scuro. Tavolini e riviste, il giradischi-radio di Dieter Rams bianco e legno per Atelier Braun, ( e il vaso da fiori bianco verde e nero di Poltronova completa questo spaccato domestico...) 
Il design è vita, memoria, l’arredamento delle stanze segna un’epoca e ci svela qualcosa dei suoi abitanti…
Come in un gioco di Munari, ho cercato da sempre di cogliere il valore ed il significato di forme e colori, processo che significa oggi ancora di più, data l'enorme quantità di sollecitazioni visive a cui siamo sottoposti, usare la percezione visiva come componente determinante del pensiero, della logica e del giudizio critico.
Il colore ha grande importanza sull’oggetto. Le prime Lambrette erano grigie, un colore che per nulla si legava all’idea della velocità, poco accattivanti ma era il colore che costava meno! 
Come ci ricorda il maestro Munari. Il colore non è mai una scelta a caso!
Ne sa qualcosa Vitra che ha esplorato a fondo questo tema anche con la collaborazione di Hella Jongerius, e l'uscita della nuova biblioteca colori. Colori e superfici sono fondamentali per l’effetto di un prodotto, sia per l’impatto emozionale che può influenzare la prima impressione su di esso che per un effetto duraturo. L’idea che basti un po’ di intuizione artistica è molto diffusa, e la loro selezione è spesso considerata inferiore per importanza alle decisioni costruttive e di progetto.
Se poi non diciamo che basta il buon gusto femminile: in ogni caso la femmina giusta è arrivata.
Hella una dei fondatori del gruppo olandese dei Droog design, il suo design si dice basato sugli opposti: alta e bassa tecnologia, produzione e artigianalità, insieme. L’elogio alle imperfezioni, che possono creare un’aspetto di individualità negli oggetti di serie. Hella ha applicato le sue teorie sui colori sulle ceramiche e i suoi tessuti e mobili.
La presentazione dei prodotti 2013 di Vitra, propone delle riedizioni di Ray e Charles Eames, Jean Prouvé e George Nelson : i colori selezionati fanno riferimento alle versioni storiche ed ai concetti di colore dei designer in quell’epoca, ma sviluppano il loro look in chiave ulteriormente contemporanea, ne esce un quadro perfetto per poter accendere i nostri interni domestici e non solo



Walter Pabst per Wilkhahn
Dieter Rams e Braun Design History
Finestre di approfondimento:
Hallingdal65: Tessuto prodotto da Kvadrat fu progettato nel 1965 da Nanna Ditzel, e sin dall’inizio famoso per la sua robustezza e l’ampia paletta colori. Oggi a distanza di più di 45 anni è uno dei best sellers di Kvadrat e ha guadagnato il suo posto come classico del design. Per celebrare la sua longevità è nata una mostra… http://hallingdal65.kvadrat.dk/about

Dieter Rams : ( 20 maggio 1932 Wiesbaden, Germania ). “ Less but better “ il suo motto. Nei suoi progetti per Braun sviluppati tra gli anni ‘50 e ’60 ci sono tutti gli indizi per i prodotti Apple di ieri oggi e domani

Hella Jongerius : http://www.jongeriuslab.com/






 

gabriella dorligo per www.autreview.com





           
                                                                                                                                                       





lunedì 10 giugno 2013

COMPASSO D’ORO A IGNOTI

La redazione di AutreVIEW mi ha festeggiata oggi con l'uscita del primo articolo, scritto per la loro rubrica di arte e design. Ancora grazie a tutto il creativo ed affiatato gruppo...

"Compasso D'Oro a Ignoti"



Su Ottagono n° 27 del 1972 e Abitare n° 545 del 1975  Bruno Munari, pubblica una ricerca di oggetti ben progettati e ben venduti anche se non firmati, sono i: Compassi d’Oro a Ignoti.
L’ intelligenza e lo spirito giocoso del maestro, si fondono in questo ‘premio inventato’, per dare dignità ad oggetti di cui non si sa nemmeno il nome del designer.
Ho pensato di iniziare a parlare di design partendo da loro. Archetipi del buon design, quello progettato per resistere nel tempo, lontano dalla crisi dello styling che crea o segue le mode durando solo il tempo di una stagione o ancor meno. Quel design che dovrebbe tendere all’essenzialità togliendo sovrastrutture e fondendo le funzioni. Quel design che può essere per sempre, innovativo, semplificato, comprensibile e magari utile, certamente estetico e definito in ogni dettaglio, possibilmente per una buona ragione.
Le mode, le tendenze servono ma è il buon design a resistere, tant’è che alcuni di questi oggetti oggi possono risultare fuori moda, ma per le loro qualità progettuali resistono tutt’ora sul mercato.
Lo scopo di questa raccolta , come diceva Munari, era quello di ridare alla gente il senso dei giusti valori dei prodotti, che magari non consideriamo o diamo per scontati a causa del loro uso ripetuto e continuativo. Vico Magistretti amava dire: “guardate le cose banali con occhi insoliti”.


Allora ecco le descrizioni di alcuni pezzi della collezione tratti dalle due pubblicazioni:
La sedia a sdraio da spiaggia: costruita il legno e tela, per stare seduti o sdraiati in varie posizioni, montabile e smontabile senza viti o incastri, la tela è sfilabile per il lavaggio, spessore da chiusa 4 centimetri;
La Mezzaluna: è un coltello curvo con due manici, senza motore, silenzioso e pratico da usare e pulire, funzionale senza meccanismi;
La borsa della spesa: oggetto praticissimo e di grandissima diffusione e basso costo. I manici sono ritagliati con un solo colpo di trancia, sono situati dove il foglio di plastica è quadruplo, per assicurare grande tenuta allo sforzo senza rompersi;
Il Leggio da orchestrale: costruito in metallo completamente snodato, riducibile al minimo ingombro e perfettamente stabile perché si sa tre piedi poggiano sempre a terra , quattro possono traballare.
Il lucchetto per serrande (che doveva piacergli particolarmente) e la clip metallica, la puntina da disegno …
La lampada da cantiere: in gomma e metallo, può stare in diverse posizioni ed appendibile tramite gancio, la gabbia metallica è dotata di una schermatura per proteggere dall’abbagliamento;
e voi ne conoscerete e ne potrete aggiungere degli altri.
Come nei giochi visivi di Bruno Munari, cercare di cogliere il valore ed il significato di forme e colori, è un processo che significa oggi ancora di più, data l'enorme quantità di sollecitazioni visive a cui siamo sottoposti, usare la percezione visiva come componente determinante del pensiero, della logica e del giudizio critico.
Per parlare di design ho voluto iniziare da lui perché mi ricorda la mia infanzia e i giochi con cui sono cresciuta, perché sono costantemente stimolata e alla ricerca di leggere le linee e i principi che compongono gli oggetti e non solo, perché i suoi anni erano quelli dell’inizio della storia del design italiano ed io l’ho vissuta con la mia famiglia che di questo si è occupata dalla fine degli anni 50; perché credo che per guardare avanti bisogna conoscere quello che già è stato fatto; perché quando mi stavo laureando in architettura Munari venne nella mia città, a Trieste ed io lo incontrai, parlai con lui ed è un ricordo prezioso che ancora conservo, perché il mio maestro dell’Università Gaddo Morpurgo nel 1992 lo invitò a tenere delle lezioni ora patrimonio di tutti . Perché lo spirito che trasmette è la gioia, la curiosità, la ricchezza che mi piace cercare nel progetto.





Compasso D’Oro ADI
Il Compassod’Oro ADI è il più antico e importante premio mondiale di design. Fu istituito nel 1954 su idea di Giò Ponti e organizzato per anni dai grandi magazzini La Rinascente, per mettere in risalto il valore e la qualità dei prodotti del design italiano, allora i suoi albori.
Dal 1964 passò all’ADI che cura la sua organizzazione nei principi di imparzialità e integrità.
Sono quasi 300 i progetti premiati in più di cinquant’anni, con circa 2000 selezionati con la Menzione d’Onore. Sono raccolti e custoditi nella Collezione Storica del Premio Compasso D’Oro ADI, affidata alla Fondazione costituita nel 2001.
Gio’ Ponti: architetto nato a Milano nel 1891, fonda nel 1928 la rivista Domus. Dal ’36 al ’61 insegna al Politecnico di Milano. Nel 1941 lascia la direzione di Domus e fonda Stile che dirigerà dal ’47. Nel 1948 ritorna a Domus che dirigerà sino alla fine della sua vita, avvenuta a Milano nel 1979. Eccellenza italiana senza confini: dall’architettura simbolo di Milano (il grattacielo Pirelli) alle scene e costumi per La Scala, agli interni navali, alle ceramiche ed i suoi tessuti, precursore eclettico inventore e comunicatore dell’industrial design.
Bruno Munari: uno dei più grandi artisti e designer del XX secolo. Milanese (1907-1999) per la complessità delle sue opere sfugge ad ogni definizione, anche se ritenuto un grande protagonista dell’arte programmata e cinetica. Designer premiato con ben tre Compassi D’Oro, progetta oggetti e arredi soprattutto per Danese (ricordiamo Abitacolo e la Lampada Falkland), allestimenti, e grafica e tanta attività editoriale. Attratto dal mondo infantile, finirà per mettere a punto un metodo didattico usato a tutte le latitudini, che sintetizziamo con: dire come fare e non cosa fare, teso a sviluppare la creatività artistica dei bambini. Un grande, curioso, positivo comunicatore.