martedì 31 dicembre 2013

Champagne Cooler Karim Rashid

Continuiamo la panoramica su design e bollicine.
L'autore di questa creazione è Karim Rashid, uno dei più prolifici designer della sua generazione. Oltre 3000 oggetti di design in produzione, più di 300 premi e lavori in più di 40 paesi, attestano la leggenda di questo designer.
Gli arwards vinti per il design includono beni di lusso per Christofle, Veuve Clicquot, e Alessi, prodotti democratici per Umbra, Bobble e 3M; arredi per Bonaldo, illuminazione per Artemide e Fabbian, prodotti high tech per Asus e Samsung, per le superfici disegnate per Abet Laminati, per packagin e immagini aziendali.  
Nel 2006 ha disegnato Globalight un porta champagne refrigerato per rendere ancora più preziosa la bottiglia dell'iconico Veuve Clicquot. 
Fu prodotto in tiratura limitata di soli 500 pezzi per tutto il mondo, prometteva 4 ore di regrigerazione, una luce led d'atmosfera che sarebbe durata lo stesso tempo. 








Karim flirta con arte, fashion e musica, come dice nel suo Karimanifesto: 
" se la natura umana è vivere nel passato, cambiare il mondo è cambiare la natura umana".




Guardiamo al futuro.

lunedì 30 dicembre 2013

Champagne Sabre di Karim Rashid

Sabrage è la tecnica per aprire le bottiglie di champagne con una sciabola, usata nelle occasioni cerimoniali. La sciabola, viene fatta scorrere lungo tutto il corpo della bottiglia, fino ad arrivare al collo che così viene staccato del tutto, lasciando la bottiglia aperta pronta per la mescita. La forza del retro della lama, che colpisce il labbro di vetro così da separare il collare dal collo della bottiglia. Il tappo e il collare rimangono assieme dopo la separazione dal collo. 
Questa tecnica divenne popolare in Francia, quando l'esercito di Napoleone visitava i molti domini aristocratici.
Peso ben bilanciato per un uso perfetto non deve essere tagliente e non può tagliare.
Sabre che non supera tutti i limiti previsti per la legge sulle armi, è il regalo perfetto... o perfettamente inutile!
E' stata disegnata da Karim Rashid per la Danese Menu, realizzata in acciaio satinato. lunga 45 centimetri.
Da provare.





domenica 29 dicembre 2013

Naturally Clicquot

Ponsardine: 
Madame Clicquot Ponsardin, donna innovatrice e creativa, nacque da una famiglia non priva di spirito. Nel 1813 suo padre fu nominato barone da Napoleone I , il che lo autorizzava a fregiarsi di uno stemma araldico personale. Nicolas Ponsardin scelse allora di dare lustro al suo cognome in modo scanzonato, optando per un blasone decorato da un ponte sovrastato da una sardina: PON(t) SARDIN(e).
L'astuccio Ponsardine è un tributo alle origini storiche di M.me Clicquot.


Veuve Clicquot il brand francese di champagne noto per i suoi prodotti di alta qualità, ha presentato al Milano Design Week di quest'anno il prodotto nato dalla collaborazione della prestigiosa casa francese con il designer Cédric Ragot
Il risultato: DesignBox, il primo packagin eco-friendly, isotermico biodegradabile al 100% mai realizzato per uno champagne, e capace di mantenere fresca la bottiglia per due ore. 
Realizzato con fecola di patate e carta proveniente da materiale bio-based, con etichette 100% riciclabili. Un prodotto accattivante, comodo da trasportare.


Veuve Clicquot continua così la sua storia eccezionale, con attenzione alle proprie responsabilità ambientali , dai vigneti, ai vini, al design, al restauro.


Il motto della maison: " una sola qualità, la migliore" .
Buone bollicine!


sabato 28 dicembre 2013

Christmas Card d’autore firmate Eames


Charles Eames e Ray Kaiser, marito e moglie di Santa Monica, California, sono conosciuti come alcuni tra i più importanti designer americani, creatori di pezzi che sono entrati nella storia, come la celebre Eames Lounge Chair.

Il recente documentario “Eames: architetti, pittori, designer.” DVD con librodi Jason Cohn, Bill Jersey, raccontato con la voce dell'attore James Franco, descrive la vita umana e professionale di una coppia prolifica e incisiva, abituata alle luci della ribalta. Al lavoro dal 1941, all'avanguardia sin dalla metà del secolo scorso, capaci di immaginare l'importanza di registrare in video il processo creativo che portò alla genesi di tanti loro progetti visionari nel campo del disegno industriale, gli Eames infatti hanno vissuto un periodo di grande esposizione mediatica che ha permesso loro di diventare pionieri di quelle che oggi vengono definite le star del mondo del design e dell'architettura. Il loro nome è ancora più comunemente associato alle sedie vendute da Herman Miller, ma la tesi del film sostiene che la caratteristica principale del loro lavoro fosse il mix di pratica ed estetica che ha lasciato tracce in quasi ogni aspetto della vita contemporanea, fino a influenzare il pensiero moderno.
 
Una sedia con l’aspetto di una patatina. Un’altra che assomigliava a un vecchio guanto di un difensore di baseball. Uno schermo pieghevole che ondeggiava… 

Con uno straordinario senso dell’avventura, Charles e Ray Eames hanno rivolto la loro curiosità e il loro entusiasmo senza limiti alle creazioni che li hanno imposti come uno straordinario team di design composto da marito e moglie. La loro sinergia esclusiva ha portato alla realizzazione di arredi dall’aspetto completamente innovativo. Snelli e moderni. Divertenti e funzionali. Eleganti, sofisticati e meravigliosamente semplici. Questo era ed è ciò che contraddistingue il "look Eames". 
Quel look e il loro rapporto con Herman Miller è iniziato con sedie in compensato modellato verso la fine degli anni '40 e comprende la sedia lounge Eames conosciuta a livello mondiale, ora inclusa nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York. 
Charles e Ray hanno raggiunto il loro monumentale successo, approcciando ogni progetto nello stesso modo: Ci interessa e ci intriga? Possiamo migliorarlo? Sarà davvero divertente occuparsene? 
Amavano il loro lavoro, che era una combinazione di arte e scienza, design e architettura, processo e prodotto, stile e funzione. "I dettagli non sono dettagli", diceva Charles. "Creano il prodotto".
Risolutore di problemi che incoraggiava la sperimentazione tra il suo staff, Charles una volta disse che il suo sogno era "vedere le persone lavorare su progetti inutili, poiché è da questi che germogliano nuove idee". 
Le loro idee si sono evolute nel corso del tempo, non nello spazio di una notte. Come Charles notò in merito allo sviluppo delle sedie in compensato modellato: "Sì, è stato un guizzo di genio", ha detto, "un guizzo durato 30 anni". 
Con loro due, una cosa sembrava sempre condurre a un’altra. Il loro lavoro rivoluzionario con il compensato modellato ha portato all’innovativo lavoro delle sedute in fibra di vetro modellata. Un concorso di una rivista portò alla loro casa estremamente innovativa "Case Study". L’amore per la fotografia li condusse alla filmografia, compresa una straordinaria presentazione su sette schermi all’esposizione mondiale di Mosca nel 1959, in una cupola progettata dal loro amico e collega Buckminster Fuller. 

Interpretazione personale: ecco come auguravano Buon Natale nel 1944, nel 1946, nel 1946 accanto all’albero fatto da gambe di sedie, e nel 1950 con Charles nello studio specchiato in una pallina natalizia.

Auguri a tutti.








 

sabato 30 novembre 2013

"La società dei makers" a Venezia con David Gauntlett

Cultura è manifattura. E' il fil rouge delle sezioni dell'edizione 2013 di CulT-Salone Europeo della Cultura delle Venezie: incontri, dibattiti e talk per promuovere quei progetti e approfondire quelle dinamiche che valorizzino la cultura italiana ed europea, costruendo reti e relazioni tra le culture, le nuove forme nelle quali si esprimono e influenzano gli stili di vita e la produzione di beni e servizi. Un calendario di appuntamenti con l'obiettivo di valorizzare in chiave innovativa il patrimonio culturale e artistico ereditato dal passato, usando i nuovi linguaggi e i nuovi strumenti con i quali si esprime l’era digitale, e altresì dando forma ed espressione a nuovi luoghi e modalità di racconto del contemporaneo; in primo luogo ai linguaggi con cui si esprime l’antica e radicata cultura del fare che a Venezia e nel Nordest ha trovato un proficuo rapporto con l’industria creativa.


Quando è successo: dal 22/11/2013 00:00 al 24/11/2013 
Dove: Fondamenta Zattere Al Ponte Lungo Venezia (VE) . Venezia è diventata il centro internazionale della cultura e dell’impresa creativa: per tre giorni al Terminal San Basilio di Venezia, CulT Venezie-Salone Europeo della Cultura | Salone dei Beni e delle Attività Culturali e del Restauro – promosso da Expo Venice e VeneziePost/Nordesteuropa Editore con il sostegno della Regione del Veneto – ha analizzato le tendenze all’avanguardia nei settori della cultura, dell’industria creativa e del Made in Italy; ha raccontato percorsi di innovazione tecnologica e culturale all’interno delle imprese; svelato i segreti dei cantieri di restauro della città.  
50 eventi, 150 relatori, 100 espositori, 10.000 giovani da tutta Italia per una manifestazione che si presenta come vetrina dell’industria culturale e creativa all’insegna dello slogan “Cultura è Manifattura”. Cinque le sezioni: Open Design Italia (4^ edizione), Nuove Tecnologie Digitali per la Cultura (2^ edizione) e Restauri Aperti (2^ edizione); novità assolute di quest’edizione invece “Insegnare la moda” (1^ convegno internazionale MISA) e TrE - Tourism Real Estate (4^ edizione).  Presenza di grandi nomi del mondo della cultura, dell’impresa e dell’informazione: da David Gauntlett a Willie Walters, da Matteo Thun a Nicola Maccanico, per citarne alcuni. Al centro dell’area espositiva del Salone, costellata dai 90 designer selezionati da tutto il mondo attraverso il concorso di Open Design Italia, il progetto di punta della sezione delle Nuove Tecnologie Digitali per la Cultura – “3D Printing”, promosso da DWS System in collaborazione con Politecnico di Torino – che ha visto quattro giovani designer progettare e stampare gioielli dal vivo nella tre giorni del Salone. 
E ancora: seminari specialistici e visite guidate nei cantieri di Restauri Aperti, che permetteranno agli addetti ai lavori di visitare – su prenotazione – i cantieri più innovativi della città.  
CULTURA E’ MANIFATTURA: Un nuovo modo di progettare, produrre e distribuire: una rivoluzione che avrà successo solo se, come scrive Stefano Micelli nell’editoriale di apertura di Nati per fare (VeneziePost Mappe, n. 3/2013) le “nuove tecnologie saranno utilizzate da persone «contaminate» da stimoli artistici e culturali originali. Proprio la diffusione di strumenti che tendono a replicare a costo limitato operazioni standard renderà necessaria una dose supplementare di creatività e di passione nel fare le cose: average is over, per usare una felice battuta di noto giornalista del New York Times”.  Ma chi sono gli imprenditori del futuro e in che modo le loro attività contribuiscono a trasformare la nostra economia, la nostra società e la nostra cultura? Come sottolinea David Gauntlett, autore de La società dei makers (Marsilio) e ospite principale del convegno inaugurale del Salone, se in passato la produzione di cultura era riservata a una ristretta élite di professionisti, oggi “stiamo assistendo al passaggio da una cultura del «mettiti comodo e ascolta» a una del «fare e creare»”.  
Il sociologo David Gauntlett, è docente alla University of Westminster.



martedì 19 novembre 2013

DO IT YOURSELF

DIY
Do It Yourself. 
Non avete sbagliato rubrica , siete su AutreArt , non su AutreSex !
Oggi vi parlerò di design autoprodotto.

Dal 22 al 24 novembre 2013, al Terminal San Basilio di Venezia, CulT Venezie-Salone Europeo della Cultura presenta Open Design Italia, mostra mercato sul design autoprodotto e di piccola serie, curato da Elena Santi e Laura Succini, con la collaborazione scientifica di Valentina Croci, giunta alla quarta edizione. 90 designer provenienti da tutta Italia, Europa e anche Asia, selezionati mediante un concorso internazionale, esporranno le proprie creazioni entrando in contatto diretto con progettisti, buyer e imprenditori, e incentivando visibilità e networking.


Open Design Italia (http://opendesignitalia.net/) punta così a far emergere la figura del designer-impresa: tra l’artigiano di nuova generazione e il regista di nuove filiere produttive. I visitatori e gli appassionati avranno invece la possibilità di acquistare oggetti unici di alto design a prezzi da km zero.

In attesa di Open Design Italia e del Salone Europeo della Cultura, i designer di 7 città - in altrettante serate - ospiteranno dal 7 al 21 novembre "Studi Aperti": parte del programma off di Open Design Italia, curato con Ottagono, il progetto è caratterizzato da una serie di incontri che coinvolgono studi di architettura e di design, aziende e pubblico. Un’interessante formula itinerante all’interno di 59 studi di architettura, design e grafica, cuori pulsanti della creatività.
E questa volta accade  Vicenza, Padova, Rimini, Modena, Bologna, Treviso, Venezia.

Dal 2010, Open Design Italia è una mostra-mercato sul design autoprodotto e di piccola serie che seleziona creativi attraverso un concorso internazionale.


L’iniziativa è interessante, ma sono dell’opinione che la competenza del designer sia il progetto, cioè quella di dare forma a nuove idee, a nuove funzioni. 
La realizzazione degli oggetti è delle aziende che mettono in campo le loro capacità costruttive, tecnologiche, artigianali e manifatturiere, spesso di rara e impareggiabile qualità.
Ahimè in troppi casi i designer si trasformano in produttori, per mancanza di aziende che investano nei loro progetti, ma non dobbiamo cadere nel binomio autoprodotto = bassa qualità.
I migliori designer di questo secolo hanno sviluppato le loro capacità con, per, e anche grazie alle aziende. Dieter Rams con Braun;  Sottsass con Olivetti e Poltronova;  Magistretti a DePadova e Artemide; ancora Saarinen, Albini, Bertoia, Noguchi con Knoll…. Starck con Flos e Kartell…
Questa è una lista senza fine, una storia senza fine che è poi la storia del design stesso.

Allora il mio consiglio è di vedere questo evento, ( che riprende l’iniziativa del Salone Satellite, proposta in concomitanza del Salone Internazionale del Mobile di Milano, e finalizzata ad aprire un dialogo tra progettisti e aziende) , come un possibile trampolino di lancio per giovani creativi, sempre nel confronto con il giudizio del pubblico, tra designer stessi, e con il mondo produttivo.


Note di approfondimento: 
ll SaloneSatellite nasce nel 1998 con lo scopo di mettere in contatto i più promettenti giovani designer di tutto il mondo con i più importanti imprenditori/talent scout riuniti a Milano in occasione dei Saloni e subito diventa un osservatorio ineguagliabile della creatività giovanile internazionale: molti dei pezzi presentati nelle quattordici edizioni come prototipi sono stati messi in produzione e molti dei designer che vi hanno partecipato sono diventati importanti presenze nello star system. 

Ogni anno circa 700 giovani designer e studenti delle più prestigiose scuole di design si incontrano e si confrontano su questo importante palcoscenico. Per garantire l'alta qualità delle proposte i partecipanti vengono giudicati da un prestigioso Comitato di Selezione, composto da personalità di rilievo internazionale nel mondo del design, della progettazione e della comunicazione. 

Gabriella Dorligo Thedesignprojectlab per Autreview 


martedì 8 ottobre 2013

Nimbus: l'opera fisicamente effimera


Ludvig Mies Van Der Rohe diceva che dobbiamo stare con i piedi ben saldi a terra ma la testa tra le nuvole, pensiero che condivido pienamente, grandi evocatrici le nuvole!

L'incontro con Berndnaud  Smilde l'artista olandese che crea nuvole in uno spazio chiuso, è stato amore a prima vista.
Creare nuvole in una stanza vuota, una magia realizzata con l'applicazione di una scienza semplice: lui regola accuratamente la temperatura e l'umidità nello spazio, pare nebulizzando acqua nell'aria,  e quando tutto è perfetto, una piccola uscita di fumo che crea una nuvola di bambagia che collasserà dopo qualche istante...


Un'opera 'effimera' , che pochi fortunati possono vedere nascere davanti ai loro occhi, e che tutti possiamo vedere negli scatti fotografici di Magrittiana memoria, dell'artista. 
Un'arte misteriosa la sua, quella di creare fenomeni naturali, quotidiani, in contesti imprevedibili: ingabbiati in spazi chiusi e ristretti.
Si è parlato di lui come dell'artista che mette il cielo in una stanza. 









domenica 8 settembre 2013

(W)hole di Ferruccio Laviani a Parigi


Ferruccio Laviani sarà ospite della mostra di Nelly Rodi all’interno dell’edizione autunnale di Maison & Objet. Dal 6 al 10 settembre, Fratelli Boffi e il cassettone (W)hole di Ferruccio Laviani saranno ospiti della mostra organizzata dall’agenzia francese di tendenze Nelly Rodi all’interno della fiera Maison & Objet.
Esperta nel cercare e scovare le tendenze delle stagioni future negli ambiti della moda, del lifestyle e del design, Nelly Rodi quest’anno propone nella hall 7 “funt@sy” un’esposizione che, con creatività e leggerezza, vuole trasmettere il concetto di energia - tema portante del padiglione – attraverso il senso dell’umorismo e l’ironia. Funt@sy è stata pensata come un provocatorio e irriverente collage tra diversi stili in cui i codici della cultura neo-classica sono magicamente mixati con la cultura pop digitale e dove la purezza del bianco dialoga con una varietà di colori acidi e fluorescenti, oro sgargiante e tocchi di nero.
Viene dunque naturale e spontaneo pensare ad un prodotto come (W)hole, nelle cui linee si riconoscono la delicatezza e l’armonia dello stile Luigi XV, ma le curve sinuose, le ricche arricciature e la composizione delle decorazioni di ottone, vengono sdrammatizzate dall’intrusione surreale di un buco: un cono forato di legno laccato blu elettrico (e disponibile in altre versioni) che potrebbe essere la porta per accedere ad un mondo onirico e visionario.
Un mobile di grande impatto plasmato con arte dove l’intensità della forma visiva è capace di esprimere appieno l’eccellenza e la preziosità del lavoro di ebanisteria ma dove, non mancano l’ironia, divertenti giochi di stile e illusioni.






mercoledì 4 settembre 2013

ARCHITETTURE RESISTENTI

L’ edizione di Festivalettereratura di Mantova 2013 apre alle grafic novel, con la presentazione in anteprima assoluta di “ Architetture resistenti – progettare il futuro come bene comune “ di Raul Pantaleo e Marta Gerardi con Luca Molinari, nelle librerie dal 5 settembre. 
Il libro a fumetti si propone con la metafora del viaggio, cara all’autore Raul Pantaleo già presente in “ Destinazione Freetown “ ( di Tamassociati, Raul Pantaleo, grafica di Marta Gerardi, per lo stesso editore, che proponeva un viaggio contromano…) 
Architettura, territorio, impegno sociale, progetto, attraverso la determinazione della protagonista assoluta dell’opera, una giovane giornalista, che non si arrende mai: un viaggio nei luoghi italiani e negli edifici simbolo di un’Architettura Civile e Sostenibile. Un manifesto a fumetti per la bellezza, l’etica, l’innovazione, la cultura e la tutela del paesaggio.
Gli stabilimenti Olivetti di Pozzuoli, il Museo dell’Olocausto nella Risiera di San Sabba a Trieste, il Parco Archeologico di Selinunte a Trapani, il Museo della Memoria a Bologna, l’Auditorium dell’Aquila.
Le Architetture Resistenti come l’acqua, la terra, l’aria che respiriamo, fanno parte del nostro quotidiano e ci aiutano a vivere meglio.Sono militanti, coraggiose, visionarie, celebrano la voglia di resistere: al fascismo, alla speculazione, all’ economia selvaggia, all’ ingiustizia, alla devastazione dell’ambiente, alla barbarie. Rifiutano la spettacolarizzazione, e la monetizzazione della realtà, la concezione degli architetti come le archistar ( quelle di Antonio La Cecla in “ Contro L’Architettura” di Bollati Boringheri). Rifiutano la moda effimera e superficiale. Ritrovano etica e creatività. diritti ed innovazione, bellezza e futuro, partecipazione e consapevolezza, l'architettura come mezzo e non come fine, o forse solo come bene comune.
Gli autori:
Raul Pantaleo è architetto, lavora a Venezia dove ha fondato lo studio TAMassociati. Ha progettato e realizzato diversi centri sanitari per Emergency in vari paesi africani. Ha pubblicato tra l'altro, Made in Africa (Eleuthera).
Marta Gerardi è fumettista, illustratrice e grafica, collabora con lo studio di architettura TAMassociati.
Luca Molinari storico e critico di architettura, vive a Milano, ma da qualche anno è professore ad Aversa presso la Facoltà di Architettura. Cura mostre ed eventi in Italia e fuori (Triennale Milano, Biennale Venezia, FMG Spazio e altro). Scrivere per lui è come progettare, e l'architettura è la sua magnifica ossessione.Dirige www.ymag.it sito indipendente di architettura e design.



L’editore: 
BeccoGiallo è una casa editrice italiana nata a Padova nel 2005 che progetta e pubblica libri a fumetti d’impegno civile, il cui nome vuole essere un omaggio al foglio satirico antifascista “Il becco giallo” che negli anni Venti utilizzava il disegno per criticare il potere, e il cui simbolo era un merlo con il becco aperto a gridare verità difficili.
   
Da seguire con assoluta attenzione!








domenica 1 settembre 2013

un mondo a colori


Nel salone di casa, il bianco e nero è vivido, sono seduta sulla poltroncina in vetroresina mod. 2015, disegnata da W.Pabst per Wilkhahn, azzurro carico su base bianca, prodotta dal 1961 al ’68, la libreria in teak era montata sulla parete dipinta di color turchese che rimandava alle due poltrone rivestite in blu puntinato con l’iconico tessuto Kvadrat Hallingdal 65 ancora in produzione, e il divano moderno, aggettivo più che mai appropriato, della stessa serie era marrone scuro. Tavolini e riviste, il giradischi-radio di Dieter Rams bianco e legno per Atelier Braun, ( e il vaso da fiori bianco verde e nero di Poltronova completa questo spaccato domestico...) 
Il design è vita, memoria, l’arredamento delle stanze segna un’epoca e ci svela qualcosa dei suoi abitanti…
Come in un gioco di Munari, ho cercato da sempre di cogliere il valore ed il significato di forme e colori, processo che significa oggi ancora di più, data l'enorme quantità di sollecitazioni visive a cui siamo sottoposti, usare la percezione visiva come componente determinante del pensiero, della logica e del giudizio critico.
Il colore ha grande importanza sull’oggetto. Le prime Lambrette erano grigie, un colore che per nulla si legava all’idea della velocità, poco accattivanti ma era il colore che costava meno! 
Come ci ricorda il maestro Munari. Il colore non è mai una scelta a caso!
Ne sa qualcosa Vitra che ha esplorato a fondo questo tema anche con la collaborazione di Hella Jongerius, e l'uscita della nuova biblioteca colori. Colori e superfici sono fondamentali per l’effetto di un prodotto, sia per l’impatto emozionale che può influenzare la prima impressione su di esso che per un effetto duraturo. L’idea che basti un po’ di intuizione artistica è molto diffusa, e la loro selezione è spesso considerata inferiore per importanza alle decisioni costruttive e di progetto.
Se poi non diciamo che basta il buon gusto femminile: in ogni caso la femmina giusta è arrivata.
Hella una dei fondatori del gruppo olandese dei Droog design, il suo design si dice basato sugli opposti: alta e bassa tecnologia, produzione e artigianalità, insieme. L’elogio alle imperfezioni, che possono creare un’aspetto di individualità negli oggetti di serie. Hella ha applicato le sue teorie sui colori sulle ceramiche e i suoi tessuti e mobili.
La presentazione dei prodotti 2013 di Vitra, propone delle riedizioni di Ray e Charles Eames, Jean Prouvé e George Nelson : i colori selezionati fanno riferimento alle versioni storiche ed ai concetti di colore dei designer in quell’epoca, ma sviluppano il loro look in chiave ulteriormente contemporanea, ne esce un quadro perfetto per poter accendere i nostri interni domestici e non solo



Walter Pabst per Wilkhahn
Dieter Rams e Braun Design History
Finestre di approfondimento:
Hallingdal65: Tessuto prodotto da Kvadrat fu progettato nel 1965 da Nanna Ditzel, e sin dall’inizio famoso per la sua robustezza e l’ampia paletta colori. Oggi a distanza di più di 45 anni è uno dei best sellers di Kvadrat e ha guadagnato il suo posto come classico del design. Per celebrare la sua longevità è nata una mostra… http://hallingdal65.kvadrat.dk/about

Dieter Rams : ( 20 maggio 1932 Wiesbaden, Germania ). “ Less but better “ il suo motto. Nei suoi progetti per Braun sviluppati tra gli anni ‘50 e ’60 ci sono tutti gli indizi per i prodotti Apple di ieri oggi e domani

Hella Jongerius : http://www.jongeriuslab.com/






 

gabriella dorligo per www.autreview.com





           
                                                                                                                                                       





mercoledì 28 agosto 2013

la pietra di Sisifo di Alberto Campo Baeza

L’immagine del pesante masso che incombe sull’esistenza di Sisifo è utilizzata da Alberto Campo Baeza per richiamare il concetto di gravità; il riferimento al mito greco sta infatti alla base del recente progetto firmato dall’architetto per il padiglione Pibamarmi all’edizione Marmomacc 2013. L’allestimento vuole sottolineare una volta di più il valore assegnato da Campo Baeza alla forza di gravità come tema centrale dell’architettura: un’enorme lastra litica rimarrà sospesa appena sopra le teste dei visitatori e, da presenza incombente, si trasformerà in entità “misteriosa e provocatoria”, fluttuante tra pareti di seta bianca e replicata nell’immagine da un pavimento interamente riflettente. Il padiglione sarà costituito da una camera semicubica che, grazie allo specchio orizzontale, in un raffinato equilibrio tra costruzione reale e allestimento illusionistico, verrà percepita come un grande cubo di 8 metri di lato, inusuale nel contesto fieristico. Lo specchio per Campo Baeza materializza l’ idea di fugacità ed evidenzierà un ulteriore valore basilare dell’architettura, cioè la cognizione del tempo. Attraverso lo spazio espositivo, dove anche le collezioni Pibamarmi saranno moltiplicate visivamente in una replicazione simmetrica orizzontale e verticale, un camminamento in doghe di marmo bianco condurrà ad un vano riservato agli incontri e alla comunicazione aziendale. Ribadendo l’approccio progettuale del padiglione La Idea Construida, realizzato nel 2009 nello stesso contesto veronese, Alberto Campo Baeza si appresta a consegnarci così una nuova riflessione sui valori atemporali dell’architettura. 
by Davide Turrini  per PIBAmarmi 

Gravità
«I componenti costitutivi della poesia o della musica non hanno peso, ma quelli dell’architettura sono inesorabilmente soggetti alle leggi della gravità. La gravità costruisce lo spazio. Quindi, quando io parlo di struttura, voglio sottolineare che la sua importanza non risiede semplicemente nei suoi carichi statici, ma anche in qualcosa di più importante, ovvero nello stabilire un ordine nello spazio». 

Specchio
«Lo specchio è il prodotto dell’impressionante inventiva dell’uomo. Potete immaginare l’invidia che Narciso, il quale passava così tanto tempo a contemplare il proprio riflesso in un lago, avrebbe provato per l’inventore del primo specchio? La tecnologia attuale fa sì che gli specchi siano perfetti e duraturi. E così rende il cemento, anch’esso perfettamente controllabile. Il cemento è la materializzazione della permanenza, dell’eternità. Lo specchio è la materializzazione del nulla, della fugacità. Tempus fugit»*. 


Note
*Le due citazioni sono tratte da: Alberto Campo Baeza, Principia architectonica, Madrid, Mairea Libros, 2013, pp. 17/88. La traduzione dei testi dall’inglese è di Paolo Armelli. 

plastico studio Baeza per padiglione
Piba Marmomacc 2013

studi grafici per padiglione La pietra di Sisifo
al Marmomacc 2013

martedì 27 agosto 2013

blogNotes: John Ruskin

It is not difficult to find
something in this world
than can be manifactured
slightly worse and sold 
at a lower cost.
The true victim of this situation
is he who consideres only the price.

John Ruskin (1819-1900)



sabato 24 agosto 2013

ROJO: Vinçon

RED acronimo che sta per Reunion des Empresas Diseno, associazione di aziende spagnole di arredo, illuminazione, accessori, tessile e materiali per le forniture domestiche, un gruppo di produttori tra i più impegnati in tutto quello che concerne il design.
ROJO è una messa in scena di pezzi contemporanei dello scenario domestico, disegnati, promossi, pensati, e prodotti per la maggior parte in Spagna, e che sono ora tra i maggiori attori nell'ambito del design di interni internazionale. 
La messa in scena è curata da Studio Arquitectura-G, studio di architettura emergente, con sede in Barcelona, che si occupa principalmente di costruzioni e docenza.
Partendo da una piccola area con luce tenue, una scala porta alla sala Vinçon: è questo l'elemento che viene ripreso nell'allestimento che ne propone quasi un allungamento con uno Zigurrat a gradoni che occupa ed organizza lo spazio centrale della sala. Così si crea una prospettiva di vista sulla mostra già prima dell'ingresso nella sala stessa, che attirerà il visitatore ad entrare. Altre rampe agli angoli completano l'allestimento e offrono l'appoggio delle dimensioni appropriate all'oggetto da mostrare. Nessun pezzo copre mai la vista dell'altro, evitandone la sovrapposizione, caratteristica necessaria per una lettura nitida dell'oggetto e allo stesso tempo evitando la sensazione di saturazione presente in tante mostre. Bel lavoro. La mostra inoltre è pensata itinerante ed organizzata in elementi allestitivi di dimensioni massime di 120x120 cm. tali da poter essere trasportati. 
I brand dietro a questa promozione, che hanno vestito per l'occasione i loro prodotti in rosso sono tra gli altri: Andreu World, BD Barcelona, SantaYCole, Nanimarquina, Mobles114, KriskaDecor, Cosentino. 
La mostra sarà aperta sino al 28 settembre, e per chi non lo sapesse (impossibile)
Vincon si trova a Barcelona in Paseo de Gracia 96. 
Ancora una cosa, per sottolineare che il buon design non ha confini: in cima allo zigurrat il tavolo Mettsass, disegnato da Ettore Sottsass jr. circa 40 anni fa, e rieditato da BD Ediciones nelle dimensioni e colori originali.







thedesignprojectlab per Autrerview
www.autreview.com   autreART