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lunedì 10 giugno 2013

COMPASSO D’ORO A IGNOTI

La redazione di AutreVIEW mi ha festeggiata oggi con l'uscita del primo articolo, scritto per la loro rubrica di arte e design. Ancora grazie a tutto il creativo ed affiatato gruppo...

"Compasso D'Oro a Ignoti"



Su Ottagono n° 27 del 1972 e Abitare n° 545 del 1975  Bruno Munari, pubblica una ricerca di oggetti ben progettati e ben venduti anche se non firmati, sono i: Compassi d’Oro a Ignoti.
L’ intelligenza e lo spirito giocoso del maestro, si fondono in questo ‘premio inventato’, per dare dignità ad oggetti di cui non si sa nemmeno il nome del designer.
Ho pensato di iniziare a parlare di design partendo da loro. Archetipi del buon design, quello progettato per resistere nel tempo, lontano dalla crisi dello styling che crea o segue le mode durando solo il tempo di una stagione o ancor meno. Quel design che dovrebbe tendere all’essenzialità togliendo sovrastrutture e fondendo le funzioni. Quel design che può essere per sempre, innovativo, semplificato, comprensibile e magari utile, certamente estetico e definito in ogni dettaglio, possibilmente per una buona ragione.
Le mode, le tendenze servono ma è il buon design a resistere, tant’è che alcuni di questi oggetti oggi possono risultare fuori moda, ma per le loro qualità progettuali resistono tutt’ora sul mercato.
Lo scopo di questa raccolta , come diceva Munari, era quello di ridare alla gente il senso dei giusti valori dei prodotti, che magari non consideriamo o diamo per scontati a causa del loro uso ripetuto e continuativo. Vico Magistretti amava dire: “guardate le cose banali con occhi insoliti”.


Allora ecco le descrizioni di alcuni pezzi della collezione tratti dalle due pubblicazioni:
La sedia a sdraio da spiaggia: costruita il legno e tela, per stare seduti o sdraiati in varie posizioni, montabile e smontabile senza viti o incastri, la tela è sfilabile per il lavaggio, spessore da chiusa 4 centimetri;
La Mezzaluna: è un coltello curvo con due manici, senza motore, silenzioso e pratico da usare e pulire, funzionale senza meccanismi;
La borsa della spesa: oggetto praticissimo e di grandissima diffusione e basso costo. I manici sono ritagliati con un solo colpo di trancia, sono situati dove il foglio di plastica è quadruplo, per assicurare grande tenuta allo sforzo senza rompersi;
Il Leggio da orchestrale: costruito in metallo completamente snodato, riducibile al minimo ingombro e perfettamente stabile perché si sa tre piedi poggiano sempre a terra , quattro possono traballare.
Il lucchetto per serrande (che doveva piacergli particolarmente) e la clip metallica, la puntina da disegno …
La lampada da cantiere: in gomma e metallo, può stare in diverse posizioni ed appendibile tramite gancio, la gabbia metallica è dotata di una schermatura per proteggere dall’abbagliamento;
e voi ne conoscerete e ne potrete aggiungere degli altri.
Come nei giochi visivi di Bruno Munari, cercare di cogliere il valore ed il significato di forme e colori, è un processo che significa oggi ancora di più, data l'enorme quantità di sollecitazioni visive a cui siamo sottoposti, usare la percezione visiva come componente determinante del pensiero, della logica e del giudizio critico.
Per parlare di design ho voluto iniziare da lui perché mi ricorda la mia infanzia e i giochi con cui sono cresciuta, perché sono costantemente stimolata e alla ricerca di leggere le linee e i principi che compongono gli oggetti e non solo, perché i suoi anni erano quelli dell’inizio della storia del design italiano ed io l’ho vissuta con la mia famiglia che di questo si è occupata dalla fine degli anni 50; perché credo che per guardare avanti bisogna conoscere quello che già è stato fatto; perché quando mi stavo laureando in architettura Munari venne nella mia città, a Trieste ed io lo incontrai, parlai con lui ed è un ricordo prezioso che ancora conservo, perché il mio maestro dell’Università Gaddo Morpurgo nel 1992 lo invitò a tenere delle lezioni ora patrimonio di tutti . Perché lo spirito che trasmette è la gioia, la curiosità, la ricchezza che mi piace cercare nel progetto.





Compasso D’Oro ADI
Il Compassod’Oro ADI è il più antico e importante premio mondiale di design. Fu istituito nel 1954 su idea di Giò Ponti e organizzato per anni dai grandi magazzini La Rinascente, per mettere in risalto il valore e la qualità dei prodotti del design italiano, allora i suoi albori.
Dal 1964 passò all’ADI che cura la sua organizzazione nei principi di imparzialità e integrità.
Sono quasi 300 i progetti premiati in più di cinquant’anni, con circa 2000 selezionati con la Menzione d’Onore. Sono raccolti e custoditi nella Collezione Storica del Premio Compasso D’Oro ADI, affidata alla Fondazione costituita nel 2001.
Gio’ Ponti: architetto nato a Milano nel 1891, fonda nel 1928 la rivista Domus. Dal ’36 al ’61 insegna al Politecnico di Milano. Nel 1941 lascia la direzione di Domus e fonda Stile che dirigerà dal ’47. Nel 1948 ritorna a Domus che dirigerà sino alla fine della sua vita, avvenuta a Milano nel 1979. Eccellenza italiana senza confini: dall’architettura simbolo di Milano (il grattacielo Pirelli) alle scene e costumi per La Scala, agli interni navali, alle ceramiche ed i suoi tessuti, precursore eclettico inventore e comunicatore dell’industrial design.
Bruno Munari: uno dei più grandi artisti e designer del XX secolo. Milanese (1907-1999) per la complessità delle sue opere sfugge ad ogni definizione, anche se ritenuto un grande protagonista dell’arte programmata e cinetica. Designer premiato con ben tre Compassi D’Oro, progetta oggetti e arredi soprattutto per Danese (ricordiamo Abitacolo e la Lampada Falkland), allestimenti, e grafica e tanta attività editoriale. Attratto dal mondo infantile, finirà per mettere a punto un metodo didattico usato a tutte le latitudini, che sintetizziamo con: dire come fare e non cosa fare, teso a sviluppare la creatività artistica dei bambini. Un grande, curioso, positivo comunicatore.

venerdì 31 maggio 2013

blogNotes: Bruno Munari

" Quando qualcuno dice "questo lo so fare anch'io", 
vuol dire che lo sa rifare, 
altrimenti lo avrebbe già fatto prima."

Bruno Munari (Milano 1907- 1998)

Bruno Munari e Ettore Sottsass






domenica 28 ottobre 2012

Bruno Munari: Trieste 28 ottobre 1987

... non riuscivo a staccare lo sguardo, mentre lui con la semplicità dei grandi stava svolgendo un laboratorio 'giocare con l'arte' proprio nella mia città, Trieste. L'incontro con un mito, che ha sciolto ogni mio imbarazzo perchè è naturale: conoscere, capire, comunicare. 



alcuni momenti dell'intervista:
Sto seguendo alla Facoltà di Architettura di Venezia, un corso di disegno e comunicazione visiva*: da noi non c'è design. Ci sono delle problematiche ad essere designers oggi, cosa manca alla comunicazione del settore?
"Si può dire che non manca niente, in certi settori della produzione c'è una super produzione, ad esempio nelle sedie ci sono 100milioni di sedie, anche perchè ogni architetto vuole disegnare la sua sedia. Ma in realtà il problema non è quello, il problema è quello della riduzione dello spazio, e di fare degli oggetti non tanto artistici ma pratici. Per esempio negli spazi minimi, dato che oggi i costi degli appartamenti sono altissimi, quindi uno deve avere uno spazio minimo che non sia ingombrato da mobili inutili soltanto decorativi, per cui per questa funzione tutti quei mobili che possono contenere il massimo nel minimo spazio sono preferiti, se poi hanno anche un costo giusto va benissimo. Per esempio non so se conosce i mobili che ho disegnato per Robots, i Vademecum, librerie girevoli e spostabili su base quadrata 30x30. Quelli portano 50 libri per ogni piano, sono a 4 ripiani quindi in uno spazio minimo ci stanno 200 libri. Questa è una utilizzazione massima dello spazio che mi lascia libero il resto dell'ambiente per quello che io voglio fare."
....Troppi prodotti con differenze minime, evitare le mode... allora in quale direzione secondo lei deve andare la ricerca?
"La ricerca deve risolvere i problemi più difficili, non quelli più semplici. Perchè in fondo i problemi che hanno una impostazione artistica vanno sempre bene, nel mondo dell'arte se uno dice 'io la vedo così' non si può dirgli di no."
Esiste però un fenomeno da prendere in considerazione che è legato all'arte, ai prototipi o pezzi unici di oggetti d'arredamento o ai pezzi storici di design: le aste di modernariato...
"Però il modernariato ha bisogno di tempo per diventarlo. Non dobbiamo 'santificare' oggetti anche di ieri."
Analisi, strategie comunicative, mostre del mobile, quali pensa siano le motivazioni all'acquisto?
"Comunque il settore è confuso, tanti tendono al massimo quadagno, cose inutilmente preziose se ne vendono in quantità, anche perchè c'è gente che ci tiene a far vedere che può spendere tanto." ....
Lei ha grandi soddisfazioni nel lavorare per e con i bambini
"Sì perchè sono veri, con loro non si può barare,"
E si vede che lei li attrae in modo incredibile
"Il piacere è reciproco, mi danno una grande gioia."
intervista di Gabriella Dorligo

A Trieste il 27 ottobre del 1987 inaugurò e seguì negli anni successivi l'attività dell'associazione Gruppo Immagine
*corso di disegno e comunicazione visiva prof. Gaddo Morpurgo, che nel 1992 portò Munari allo IUAV per tenervi una lezione disponibile in video.

giovedì 6 settembre 2012

il design era nell'aria


vengo da una famiglia che si è occupata di arredamento dal 1958.
Da piccola sono stata sulle ginocchia di molti importanti produttori del settore che intrattenevano con i miei rapporti non solo di lavoro;
ho sempre amato disegnare, ho frequentato tutti i saloni del mobile, e le migliori aziende produttrici di arredi, mi piaceva la coca cola che prendevo dal distributore della falegnameria di famiglia, così come il profumo del legno e le montagne di trucioli tra i banchi dei falegnami... ma anche i colori azzardati dei laminati Abet (come quelli disegnati da Sottsass), ho poi una vera passione per tutta la ferramenta!
Mi sono laureata all' IUAV con una tesi di design con il mio maestro Gaddo Morpurgo vero pioniere in anni in cui era difficile parlare di design in una facoltà di architettura, anche grazie ai consigli preziosi di  Ugo la Pietra, Paolo Bettini, Alessandro Mendini, ed agli incontri importanti con Bruno Munari, Philippe Starck, Giulio Cappellini ...

Gabriella Dorligo 
su poltroncina Eames turchese

Architetto mi occupo di interior design,progetto interni, arredi oggetti ed accessori da indossare; adoro il modernariato e ne possiedo una collezione.

I LOVE FURNITURE 

I miei ricordi sono spesso legati a pezzi di design.