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martedì 11 settembre 2012

rei kawakubo comme de garçons ed altro


comme des garcons

Stilista giapponese nata a Tokyo nel '42 studia arte e letteratura, inizia il suo percorso da stilista freelance, nel '73 apre la sua prima boutique nella sua città e fonda il marchio Comme de garçons. Una estetica artistica e bohemien chic ( al suo debbutto a Parigi, i giornalisti la definiscono Hiroshima chic) che influenzerà tutta la moda: pensare in bianco e nero, con asimmetrie e non finito. Considerata una intellettuale della moda, le attribuiscono un approccio rigoroso e cerebrale al progetto.

comme des garcons in faubourg Saint Honorè

Lei dice di non esserne consapevole: il suo approccio è semplice.
Realizza i suoi spazi vendita in collaborazione con importanti designer in modi assolutamente innovativi, e progetta alcuni oggetti iconici.

Comme de garçons n° 1 per Pallucco fuori produzione

lunedì 10 settembre 2012

Paolo Pallucco sceglie Lindbergh

Quella di Pallucco è la storia dell'azienda 
 di Paolo Pallucco, architetto designer artista,
capace di lasciare un segno preciso del suo passaggio.
Siamo nei primi anni Ottanta, fin da subito si afferma nel panorama
internazionale per l’approccio anticonformista al
mondo del design. Progettista di chiara fama 
assieme a Mirelle Rivier, ama confrontarsi con designers atipici, 
creando prodotti irripetibili. Nasce con lui
il Padiglione Sfilate alla Fiera di Milano (quella che non c'è più)
un paradiso o un inferno chissà, dove potevamo immergerci
nel suo mondo, un po' appartati dalle banalità di tanta produzione.
Indimenticabile, audace e geniale negli allestimenti del mattatoio abbandonato
in occasione dei Saloni del Mobile di Milano (1987, 1988, 1989), 
dove veniva offerta solo birra e tequila da giovani in maniche di camicia 
super tatuati, e i suoi pezzi erano adagiati su una distesa di fiori;

lampada Fortuny foto Lindbergh

per curare l’immagine dei primi cataloghi,
e  Rei Kawakubo, la fondatrice del
marchio Comme des Garçons, disegna per
l’azienda una serie di tavoli e sedute.
Le prime collezione sono ricche di suggestioni
e rimandi culturali: accanto alla produzione di
oggetti concettuali dal forte contenuto estetico,
si affianca la riedizione di alcuni pezzi storici
firmati dai grandi maestri del razionalismo
italiano degli anni venti e trenta. È tuttora icona
inconfondibile dell’azienda la lampada Fortuny:
progettata nei primi del Novecento dall’eclettico
e visionario Mariano Fortuny, è oggi tra i
primi posti nell’antologia dei classici del design
pubblicata da Phaidon.