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giovedì 21 marzo 2013

Salone del Mobile 2013: la via crucis del design 3

Alla Via Crucis del design ( ovvero al salone del Mobile di Milano) ti può succedere di:


Cassettiera Solaris des, Shiro Kuramata per Cappellini

metterti in posa davanti ad uno dei tuoi pezzi preferiti
come con un vecchio amico (cassettiera Solaris di Kuramata prod. Cappellini)


Poltrona Bolide des. Tom Dixon per Cappellini

e ciondolarti su una poltrona di Tom Dixon (prod. Cappellini)

lunedì 18 febbraio 2013

Progetti Compiuti Kuramata e Cappellini

Nel 1986 a Milano zona Montenapoleone, in concomitanza con il Salone Internazionale del Mobile, l'architetto Giulio Cappellini, entrato da alcuni anni nella azienda familiare, connotandone unicità ed internazionalità, figura emblematica, produttore illuminato, riferimento per i più grandi designer mondiali emergenti, regala al suo pubblico un prezioso tassello della storia del design contemporaneo, con un 'fuorisalone' davvero significante.
Con 'Progetti Compiuti' introduce nella produzione pezzi artistici d'avanguardia, di altissima qualità progettuale ed artigianale, la più grande collezione del maestro giapponese Shiro Kuramata scomparso nel 1991.
Guidati da un raggio di luce attraverso le stanze del Museo, in una penombra quasi mistica, per l'incontro con dei progetti quasi metafisici, al di fuori delle mode del momento, capostipiti (come li definisce Patrizia Scarzella) di una serie di oggetti di maestri contemporanei.
Ecco alcune foto di Takayuki Ogava , tratte dal catalogo della mostra.

Side 1(1970) Shiro Kuramata per Cappellini

Solaris(1977) Shiro Kuramata per Cappellini




sabato 16 febbraio 2013

Revolutionair Japans designer

Sino al 24 febbraio in mostra al Design Museum Gent 'Shiro Kuramata' (1934-1991) revolutionair Japans designer. 
Dal 1965 anno di fondazione del Kuramata design Office di Tokio, al 1991 anno della sua morte, Kuramata ha regalato agli amanti del design  pezzi fra i più significativi  e longevi mai prodotti.
Oltre alla sua produzione in Giappone, Kuramata viene in contatto con il design italiano prima attraverso Memphis, poi nel 1987 con Cappellini che produce tutt'oggi una significativa collezione dei progetti del maestro, sodalizio ad altissimo tasso qualitativo e di sintonia tra progettista ed azienda, che ricordiamo con l' evento " Shiro Kuramata e Cappellini. Progetti compiuti."  
L'arte di questo progettista ha incontrato un'altra azienda di Altagamma italiana, la Living divani che ha recentemente messo in produzione la Longue Chair for Bridgestone oltre allo splendido tavolo Spring Table.

Miss Blanche des. Shiro Kuramata



mercoledì 16 gennaio 2013

sit and more: Shiro Kuramata

Shiro Kuramata: materialità ed immaterialità in questa opera si legano ad un filo metallico che avvolge una sedia ridisegnandone il profilo, e diventando un oggetto nuovo, altro. 
Così il vecchio che ne era avvolto, viene liberato dalla nuova struttura per mezzo del fuoco: memoria, presenza e assenza, trasparenza e leggerezza sono la potente poetica di questa sedia nata dal progetto del grande maestro giapponese.

Shiro Kuramata

sabato 12 gennaio 2013

Shiro Kuramata: hand drawers

Fin dalle sue prime opere, i cassetti sono stati una continua fonte di ispirazione per Shiro Kuramata. Attratto dall'assenza immateriale delle cose, i cassetti per Kuramata erano la sua grande passione. Cassetti contenitori di segreti e memorie, reconditi nascondigli di sorprese private, dove trovare cose o forse dove ritrovare se stessi.
In questo lavoro, un pezzo tradizionale d'arredamento perde la sua forma convenzionale, e assumendo forma creativa sottolinea il grande valore simbolico dei cassetti.
Diviene Copacabana un bagaglio a mano, una borsa, realizzata per una mostra tenutasi a Tokyo, Milano e Parigi, " Inspiration Lighting Design Exhibition" nel 1988.
Nel 2004 Copacabana viene rieditata in tiratura limitata da Valextra per la mostra presentata dalla Galleria Carla Sozzani tenutasi dal 14 aprile al 2 maggio del 2004: Shiro Kuramata 



giovedì 3 gennaio 2013

blogNotes: Shiro Kuramata

"Il mio desiderio più forte è quello di essere privo di gravità, 
libero dalle schiavità. Io voglio galleggiare."
Shiro Kuramata


Shiro Kuramata

'Nevica sempre quando ti scrivo' E.Sottsass

'It alwais snows when you write' : è questa frase di Ettore Sottsass jr. a fare da introduzione alla mostra retrospettiva del maestro designer giapponese Shiro Kuramata, tenutasi nel 2003 a Milano in concomitanza con il Salone del Mobile. In bilico tra arte e design, tra l'influenza progettuale orientale ed occidentale.
Le opere di Kuramata sono impregnate della antica storia di arti e mestieri dell'antico Giappone che nel 20° secolo divenne ispiratore modernista per la semplicità, l' essenzialità e la purezza formale propria della cultura giapponese: verso il funzionalismo di "forms follows functions".
Il suo un approccio al progetto quasi come ricerca spirituale, sfidando la gravità, sperimentando materiali trasparenti quali il vetro, l'acrilico, le reti di acciaio, e la luce che incorporano. Un dialogo tra leggerezza e gravità, materiale ed immateriale, poesia raffinata per un ambiente tranquillo e contemplativo. Un grande maestro (Tokio 1934 - 1991)


Laputa 1991- ( l.4200xh1440xp688 mm)

lunedì 10 settembre 2012

Paolo Pallucco sceglie Lindbergh

Quella di Pallucco è la storia dell'azienda 
 di Paolo Pallucco, architetto designer artista,
capace di lasciare un segno preciso del suo passaggio.
Siamo nei primi anni Ottanta, fin da subito si afferma nel panorama
internazionale per l’approccio anticonformista al
mondo del design. Progettista di chiara fama 
assieme a Mirelle Rivier, ama confrontarsi con designers atipici, 
creando prodotti irripetibili. Nasce con lui
il Padiglione Sfilate alla Fiera di Milano (quella che non c'è più)
un paradiso o un inferno chissà, dove potevamo immergerci
nel suo mondo, un po' appartati dalle banalità di tanta produzione.
Indimenticabile, audace e geniale negli allestimenti del mattatoio abbandonato
in occasione dei Saloni del Mobile di Milano (1987, 1988, 1989), 
dove veniva offerta solo birra e tequila da giovani in maniche di camicia 
super tatuati, e i suoi pezzi erano adagiati su una distesa di fiori;

lampada Fortuny foto Lindbergh

per curare l’immagine dei primi cataloghi,
e  Rei Kawakubo, la fondatrice del
marchio Comme des Garçons, disegna per
l’azienda una serie di tavoli e sedute.
Le prime collezione sono ricche di suggestioni
e rimandi culturali: accanto alla produzione di
oggetti concettuali dal forte contenuto estetico,
si affianca la riedizione di alcuni pezzi storici
firmati dai grandi maestri del razionalismo
italiano degli anni venti e trenta. È tuttora icona
inconfondibile dell’azienda la lampada Fortuny:
progettata nei primi del Novecento dall’eclettico
e visionario Mariano Fortuny, è oggi tra i
primi posti nell’antologia dei classici del design
pubblicata da Phaidon.